Prosegue l’inchiesta di Fondi&Sicav sulle obbligazioni emergenti con l’intervento di Shamaila Khan, gestore dell’Emerging Market Debt Portfolio di AllianceBernstein
Gli Em bond sono tornati sulla cresta dell’onda. Quali variabili stanno favorendo quest’asset class e quali fattori di rischio vanno monitorati nel medio termine?
Negli ultimi 18 mesi abbiamo assistito a sviluppi promettenti che hanno riportato gli investitori verso i mercati emergenti e questo sembra essere un trend destinato a continuare. Tra questi elementi troviamo un’attenuazione delle criticità che rendevano questi Paesi vulnerabili, la stabilizzazione della crescita; il miglioramento della situazione politica; la stabilizzazione dell’inflazione e il ritrovato spazio per mettere in pratica politiche monetarie meno stringenti.
Con la pressione inflattiva sotto controllo e con il miglioramento delle bilance commerciali, molti Paesi emergenti sono passati al punto successivo della loro to-do list: il deficit fiscale. In questo senso, l’implementazione di politiche di bilancio più severe ha aiutato a rianimare alcune valute emergenti e riteniamo che ci sia margine per ulteriori apprezzamenti, a patto che i governi continuino a mantenere strette le loro cinture. Questo rende le obbligazioni denominate in valuta locale uno strumento interessante per aumentare l’esposizione verso il mondo emergente.
L’aumento dei tassi Usa da parte della Fed, inoltre, non dovrebbe comprimere così tanto i differenziali tra i tassi di interesse reali che, al momento, stanno risalendo ma che dovrebbero mantenersi su livelli inferiori rispetto a quelli storici ancora per un po’. L’azione graduale da parte dell’Istituto di Washington, accompagnata da un’economia statunitense in pieno recupero è, a tutti gli effetti, una buona notizia per i mercati emergenti, pronti a trarre vantaggio dalla spinta che il motore Usa dovrebbe dare all’economia globale e ai prezzi delle materie prime.
Qual è la vostra asset allocation in Em bond per duration, scadenza dei titoli, affidabilità creditizia degli emittenti, Paesi o aree geografiche?
Siamo rimasti neutri in termini di durata, con una preferenza per una duration locale rispetto a una Usa. Guardando alla duration locale, continuiamo a favorire Paesi aventi bilanci in miglioramento, con un’inflazione stabile e con politiche economiche costanti o pronte ad essere alleggerite, mentre sui titoli in valuta forte ci manteniamo underweight verso gli Stati a basso beta (Polonia e Filippine), preferendo loro Paesi esportatori di materie prime e/o ad alto beta (Africa Sub-Sahariana e Ucraina). Sul fronte emissioni, i nostri favori convergono verso emittenti high yield, con solidi fondamentali e rating BB o B, appartenenti a Paesi emergenti che stanno lavorando sul fronte delle riforme politiche. In particolare, vediamo valore nell’America Latina, dove siamo sovraesposti.