Secondo l’Outlook Globale degli strategist di Russell per il secondo trimestre del 2015, lo scenario centrale prevede un modesto miglioramento dei mercati azionari durante l’anno con una preferenza verso i listini europei.
Alla luce della crescita degli utili per azione (Eps) a doppia cifra, del basso prezzo del petrolio, della politica monetaria accomodante e delle basse valutazioni rispetto agli Stati Uniti, l’Eurozona è l’area geografica preferita per gli strategist di Russell Investments. Il team ha un rilevante sovrappeso sull’azionario europeo e stima una crescita del Pil della zona tra l’1,5% e il 2% nel 2015.
Gli strategist prevedono per gli Stati Uniti una crescita degli utili per azione (Eps) a una cifra, mentre a doppia cifra in Europa e Giappone. Tuttavia, le pressioni sui salari e sull’inflazione in America minacciano questo modesto outlook positivo e la crescita dei salari andrebbe a intaccare i margini di profitto e a generare i timori di un restringimento aggressivo della Fed, che potrebbe portare a un rialzo della volatilità e dei rendimenti obbligazionari. Due punti di attenzione per l’economia globale riguardano la divergenza delle politiche monetarie delle banche centrali e la quantità di capacità produttiva inutilizzata nell’economia americana – entrambi amplificati dal calo del 50% nel prezzo del petrolio registrato da giugno 2014. I timori di deflazione stanno spingendo la Banca Centrale Europea (Bce) e la Banca del Giappone (BoJ) verso politiche monetarie ancora più accomodanti, mentre il probabile impulso all’economia americana derivante dai bassi prezzi energetici può portare a un inizio anticipato del restringimento della Fed. Tra queste tendenze contrastanti, gli strategist di Russell continuano a preferire l’azionario europeo.
Le previsioni 2015 degli strategist di Russell per le singole aree geografiche:
Asia-Pacifico – rendimenti più bassi rispetto al 2014: anche se con un’alta crescita degli utili per azione e politiche monetarie accomodanti in Cina, Giappone, India e Australia, per la regione sono attesi rendimenti più bassi rispetto allo scorso anno. Il Giappone è il mercato azionario preferito nell’area Asia-Pacifico.
Nord America – sottopeso rispetto all’azionario globale: l’indicatore aggregato delle azioni Usa rispetto al reddito fisso è ancora in favore delle azioni, ma si sta muovendo verso neutrale. Un leggero sottopeso sulle azioni americane rispetto a quelle globali è inoltre suggerito causa le valutazioni care dell’azionario e dell’obbligazionario, le pressioni sui margini di profitto e per l’imminente rialzo dei tassi.
Mercati emergenti – cauti, ma opportunità sul lungo termine: anche se le valutazioni dei mercati emergenti continuano a sembrare interessanti, il team è molto cauto per le alte preoccupazioni sul ciclo. Come risultato, gli strategist ritengono gli emergenti una buona opportunità di valore a lungo termine.
Valute – la divergenza delle banche centrali supporta il momentum del dollaro: attualmente il dollaro americano è vicino alla parità con l’euro e prossimo al massimo contro lo yen registrato da otto anni. Tuttavia, la divergenza nell’azione delle politiche monetarie delle banche centrali supporta il momentum del dollaro Usa.
Reddito fisso – i rendimenti dei Treasury potrebbero raggiungere il 3% entro fine anno: gli strategist prevedono che i rendimenti dei Treasury americani a 10 anni saliranno tra il 2,5% e il 3% entro la fine dell’anno e lo spread con i titoli governativi tedeschi possa ampliarsi ancora di più.
L’outlook riporta, inoltre, le previsioni degli strategist di Russell in base al processo “ciclo, valore, sentiment”:
Ciclo economico: l’Europa al vertice Mentre Stati Uniti e Giappone hanno un punteggio moderato sul ciclo, l’Europa ha attualmente un punteggio molto positivo. I profitti americani stanno crescendo a un ritmo moderato, supportati da una robusta crescita economica. Anche i profitti giapponesi sono in rialzo come risultato dei bassi prezzi energetici e della possibilità di ulteriori stimoli dalla BoJ. I profitti aziendali in Europa, deboli negli ultimi quattro anni, sono ora molto promettenti per gli indicatori economici in miglioramento e il programma di QE della Bce. I mercati emergenti, invece, hanno un punteggio negativo sul siclo per il dollaro americano in aumento, i prezzi delle materie prime in discesa e l’instabilità geopolitica.
Valutazioni: le azioni americane molto care Sia le azioni giapponesi, sia quelle europee sono moderatamente care dopo i forti rally di entrambi i mercati. Gli Stati Uniti sono ancora il mercato azionario più caro, con un valore price-to-book di 2,9 volte e un rapporto price-to-earnings (P/E) – aggiustato ciclicamente – a 22 volte. I mercati emergenti continuano ad apparire a buon mercato.
Sentiment: il momentum si rafforza in Giappone e in Europa Molti dei segnali contrarian – come il sentiment degli investitori – rimangono in territorio di iper-comprato, puntando su un potenziale modesto ribasso dei mercati azionari. Il momentum, comunque, che si è rafforzato in Giappone e in Europa, continua ad agire come driver positivo nella maggior parte dei mercati azionari. Negli Stati Uniti, il momentum si è indebolito, ma un indicatore diverso – il livello di margin debt del New York Stock Exchange – suggerisce che il mercato Usa non è ancora troppo esuberante.