a cura di Boris Secciani
Il gruppo QS Investors è stato acquisito nel 2014 da Legg Mason. Si tratta di una società di asset management specializzata nell’ambito delle strategie azionarie globali e uno dei suoi elementi distintivi è l’approccio fortemente incentrato sull’analisi quantitativa. Ad Adam Petryk, head del team Multi-Asset, abbiamo chiesto come QS Investors ha affrontato le recenti turbolenze di mercato.
Il vostro materiale sottolinea il concetto di diversificazione nella vostra metodologia di investimento cosa intendete con essa?
La nostra filosofia di investimento è basata su tre principi: vogliamo infatti che i nostri portafogli siano diversificati, sistematici e flessibili. Nel dettaglio, per diversificazione intendiamo l’operare non solo su diverse asset class e mercati, ma anche con il supporto di un ampio range di strumenti. Testiamo le nostre metodologie su una lunga serie di dati e l’implementazione è rigorosa. Il nostro scopo è infatti quello di eliminare la componente emotiva dal processo di investimento, che potrebbe influenzare le scelte di allocazione.
Come avviene il processo di investimento?
Il processo di investimento prevede diversi passaggi, fondamentali per raggiungere l’obiettivo di diversificazione. Prendiamo, ad esempio, i nostri fondi multi asset: un primo step opera a livello di asset allocation, dove, a seconda della fase di mercato, cerchiamo di posizionarci su asset più o meno rischiosi. Inoltre, il nostro processo di asset allocation integra una componente tattica, alquanto sensibile ai cambiamenti dei livelli di correlazione tra asset class. Infine, crediamo fortemente nella gestione attiva come fonte di generazione di alfa, così come nel potenziale offerto dalle expertise del gruppo Legg Mason.
Ritenete che la volatilità continuerà a essere elevata sui mercati?
Nonostante alcuni dei dati economici più recenti negli Stati Uniti siano stati piuttosto deludenti, è opportuno rilevare che la maggior parte della debolezza deriva principalmente dal settore manifatturiero, che rappresenta una quota ridotta dell’economia americana. Il settore dei servizi, invece, è ancora in netta espansione. Inoltre, stiamo assistendo ad un forte intervento da parte delle Banche centrali di tutto il mondo, le cui politiche monetarie espansive mirano a supportare le economie locali. In questo scenario, all’interno dei mercati dei paesi sviluppati preferiamo mercati che si trovano in una fase più interessante del ciclo economico, come Europa e Giappone, mentre siamo sottopesati su Borse più sensibili alle fluttuazioni delle materie prime, quali Canada e Australia.