A cura di Stefania Basso
Male gli USA, bene l’Europa, si difendono i mercati emergenti
I mercati azionari globali sono scesi lievemente in un mese caratterizzato dall’incertezza politica ed economica. L’indice MSCI World Total Return (in USD) ha chiuso il ribasso dello 0,5%, anche se le oscillazioni della valuta hanno impattato in modo significativo sulla performance.
Le azioni americane hanno chiuso il mese di gennaio in territorio negativo (l’indice S&P 500 è sceso del 3,1% in valuta locale), sulla scia della deludente stagione trimestrale degli utili, dato che molte aziende hanno risentito del rafforzamento del dollaro americano. La Federal Reserve americana ha mantenuto l’atteggiamento “dovish” nel rapporto di gennaio ma ha evidenziato come le aspettative del calo dei pezzi dell’energia possano contribuire a stimolare la spesa per i consumi.
I titoli europei sono saliti grazie all’annuncio della BCE di ulteriori misure di stimolo monetario, con le aree legate ai consumi che hanno realizzato i migliori rendimenti. L’intervento della BCE è stato accolto favorevolmente, superando i timori causati dalle elezioni greche, la manovra inaspettata da parte della banca centrale svizzera e le pressioni deflazionistiche regionali. L’indice Eurostoxx ha registrato un rialzo del 7,1% – il maggior guadagno mensile in valuta locale da giugno 2012. La Germania è stata la regione migliore in termini di rendimenti, con il DAX in rialzo del 9,1%.
In aggregato, le azioni dei mercati emergenti hanno realizzato rendimenti moderati in dollari americani. Nella regione l’India si è distinta, con il Sensex che ha registrato +8,2% dopo la decisione inattesa da parte della Bank of India di tagliare i tassi dall’8% al 7,5% alla luce dell’inflazione più bassa del previsto.