È ormai certo che l’inflazione non è più un fenomeno che si può ignorare e che può mettere in difficoltà le strategie adottate in questi anni per i portafogli della clientela. Ne abbiamo parlato con Vittorio Gaudio, direttore asset management development di Banca Mediolanum.
Pensate che l’attuale crescita dell’inflazione, che sta colpendo in tutto il mondo, sia un fenomeno passeggero o è destinato a durare?
«Durerà più di quanto inizialmente previsto. L’inflazione attuale è figlia di un fattore positivo, la crescita economica più forte delle attese, e di fattori più critici, i colli di bottiglia produttivi e i rialzi delle materie prime, in particolare energetiche. In merito a questi ultimi, mentre è probabile a breve un ridimensionamento dei problemi di approvvigionamento delle catene di offerta (logistica, ecc.), siamo più preoccupati delle quotazioni delle materie prime, che potrebbero restare su livelli storicamente elevati nel medio termine.
Ciò significa che l’inflazione resterà nei prossimi trimestri stabilmente sopra il livello “target” delle banche centrali, creando maggiori incentivi a una loro azione in senso restrittivo su liquidità e tassi di riferimento. Inoltre, va tenuto conto del comportamento dei consumatori e, in generale, degli attori economici, in termini di aspettative: se si radicano aspettative di inflazione, queste si autorealizzano a causa di azioni volte proprio a difendersi dalla stessa (compro oggi per evitare prezzi più alti in futuro, ma così facendo aumento domanda e prezzi)».
Come stanno vivendo i clienti questo cambiamento? Riscontrate nervosismo oppure gli investitori restano calmi?
«Certamente vi è curiosità e maggiore attenzione al tema inflazione e alla salvaguardia del capitale in termini reali, sinora meno considerata. Tuttavia, per ora non riscontriamo nervosismo, anche grazie al nostro approccio di investimento, ampiamente diversificato e favorevole strutturalmente al mondo azionario».
In questa situazione, secondo voi, è necessario intervenire sui portafogli azionari e obbligazionari dei vostri clienti? Eventualmente che cosa occorre aggiustare? L’inflazione può essere anche un’opportunità da cogliere?
«Certamente il reddito fisso è la classe di attivi che risentirà di più della ripresa dell’inflazione, anche perché si parte da livelli di rendimento storicamente molto bassi, e non tutelanti in termini reali. L’azionario dovrebbe sopportare meglio il contesto, almeno fino a quando non vi sia un rialzo dei tassi di interesse più marcato (non previsto a breve), e/o un calo della domanda dei consumatori: indubbiamente ci vorrà maggiore selettività in termini di scelte su titoli e settori, in quanto non tutte le aziende riusciranno a difendere la marginalità in questa situazione. Una componente più rivolta al mondo delle materie prime (settoriale azionaria o direttamente) è suggerita, a scopo di copertura».
Redazione
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