Mirko Falchi, lead advisory portfolio manager di Euromobiliare Advisory Sim, ha partecipato all’inchiesta di Fondi&Sicav tema inflazione.
Pensate che l’attuale crescita dell’inflazione, che sta colpendo in tutto il mondo, sia un fenomeno passeggero o è destinato a durare?
«Riteniamo almeno parzialmente temporanea questa fiammata inflazionistica che è una conseguenza delle riaperture delle attività post-Covid dalle quali è scaturita una domanda che sta crescendo a ritmi superiori all’offerta.
Oltre a ciò, abbiamo assistito a una serie di vincoli e rallentamenti nelle catene produttive, dovuti anche alle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e alla scarsità di manodopera, che hanno fornito un’ulteriore spinta alle accelerazioni inflazionistiche nel corso degli ultimi mesi. Parzialmente temporanea, perché, se con il normalizzarsi di alcuni eccessi legati alla fase di ripartenza l’impatto di alcune componenti transitorie verrà meno, resteremo comunque con livelli di inflazione più elevati rispetto a quelli che eravamo abituati a vedere negli ultimi 10 anni.
Le dinamiche legate ai salari, i corsi delle materie prime, la carenza di investimenti strutturale in alcuni settori legata ai bassi prezzi che queste materie avevano e, non ultimi, i possibili impatti della transizione energetica potrebbero portare a un’inflazione strutturalmente più alta anche quando si ristabilirà un certo equilibrio tra le dinamiche di domanda e offerta. Restiamo comunque positivi sul proseguimento dell’espansione globale nei prossimi trimestri, anche se ci aspettiamo un rallentamento ulteriore nei prossimi mesi».
Come stanno vivendo i clienti questo cambiamento? Riscontrate nervosismo oppure gli investitori restano calmi?
«Per il momento gli investitori non sembrano mostrare un nervosismo eccessivo: la resilienza dei mercati azionari mostrata durante tutto l’anno è conseguenza anche della credibilità che stanno avendo le banche centrali con il loro percorso di politica monetaria.
Pensiamo, ad esempio, agli interventi di Powell durante l’estate, che ha rasserenato il mercato sull’opportunità di iniziare il tapering in un contesto di ripresa ormai solida, senza per questo vederci l’inizio della fase di rialzo dei tassi e delle politiche restrittive. Questo atteggiamento ha dato ulteriore supporto all’appetito per il rischio durante questi ultimi mesi.
Gli investitori hanno dunque continuato a investire in azioni, nonostante le valutazioni siano divenute piuttosto interessanti, grazie anche all’abbondante liquidità disponibile sul mercato e all’assenza di alternative di investimento a rendimenti reali positivi (tranne qualche eccezione, come i bond cinesi, o l’investimento in alcuni comparti high yield)».
In questa situazione, secondo voi, è necessario intervenire sui portafogli azionari e obbligazionari dei vostri clienti? Eventualmente che cosa occorre aggiustare? L’inflazione può essere anche un’opportunità da cogliere?
«Nel corso del 2020 abbiamo assistito a diverse fasi di mercato caratterizzate da rotazioni settoriali anche violente. Il mercato sta diventando più selettivo e lo sarà ancora di più nei prossimi mesi con una crescita economica che prosegue il suo cammino, anche se a ritmi più bassi e con una conseguente perdita di momentum nel ritmo di crescita negli utili. Inoltre, un’inflazione che continua a salire e la progressiva uscita da alcune misure espansive da parte delle banche centrali potrebbero impattare differentemente i vari mercati, specialmente qualora il percosso di normalizzazione fosse troppo brusco.
In questo contesto, è necessario essere selettivi e, indipendentemente dal settore o stile di appartenenza, suggeriamo di selezionale le aziende in base alla loro capacità di avere un maggiore controllo dei prezzi (un buon pricing power verso i clienti) mantenendo margini di profitto interessanti e con la capacità, dunque, di trasferire i costi delle materie prime e dei fattori produttivi a valle.
Avere una componente value, compresi i titoli finanziari, può essere indicato in uno scenario inflativo, perché maggiormente correlata positivamente ai tassi di interesse: infatti, anche la componente quality può essere interessante in virtù della maggiore capacità di controllo dei prezzi finali dei beni e servizi. In ambito obbligazionario, suggeriamo da tempo un posizionamento contenuto in termini di rischio tasso. Dopo il movimento di discesa dei rendimenti visto in estate e la successiva fase di risalita, ci aspettiamo che questo andamento di rialzo dei tassi continui anche senza gli strappi visti, ad esempio, nel primo trimestre. Utile in questo caso anche avere una componente legata all’inflazione che, nonostante un movimento nei tassi di break-even che già abbiamo in parte visto, offre comunque una protezione dall’inflazione, pur soffrendo egualmente per un possibile aumento dei tassi reali».
Redazione
La redazione di Fondi & Sicav è un team di esperti e appassionati di finanza, specializzati nell’analisi e nell’approfondimento di fondi comuni, SICAV e strumenti di investimento. Con un approccio chiaro e aggiornato, forniscono contenuti di qualità per guidare i lettori nelle scelte finanziarie più consapevoli.

