Apertura negativa per le borse europee sulla scia di Wall Street e delle borse asiatiche. Tra i dati da monitorare oggi l’indice tedesco Ifo e le vendite al dettaglio nel Regno Unito. Aggiornamento sui mercati a cura di UniCredit

Diversi gli spunti dall’agenda macro di oggi, venerdì 17 dicembre.
Tra i dati da monitorare nel corso della seduta l’indice tedesco Ifo e il dato
finale sull’inflazione di novembre in Europa. Sempre la Germania ha diffuso i
dati di novembre sui prezzi alla produzione che hanno mostrato un incremento
di 0,8% su mese e di 19,2% su anno a fronte rispettivamente di attese per
+1,4% e +19,9%. Attesi anche i dati sulle vendite al dettaglio nel Regno Unito.

La giornata di oggi servirà probabilmente al mercato per digerire meglio la
massiccia mole di stimoli giunti dalle più importanti banche centrali al mondo.
La Gran Bretagna è stata la prima economia G7 ad alzare i tassi di interesse da
quando è scoppiata la pandemia, la Federal Reserve ha segnalato l’intenzione
di seguirne le orme nel 2022 mentre la BCE si è limitata a ridurre leggermente lo
stimolo. La presidente Lagarde ha spiegato che è improbabile un rialzo del costo
del denaro il prossimo anno, pur lasciando la porta aperta.

Al termine del suo meeting, la Banca del Giappone ha ridotto i fondi a sostegno
della pandemia mantenendo una politica monetaria ultra accomodante e ha
esteso il sostegno alle piccole imprese, rafforzando le aspettative di restare una
delle banche centrali più ‘dovish’ nel prossimo futuro.

Bankitalia presenta le proiezioni macroeconomiche per l’economia italiana per il
quadriennio 2021-24. L’associazione dei produttori Acea pubblica i dati sulle
registrazioni di nuove auto in Europa riferite al mese di novembre.

Dollaro ancora sotto pressione dopo che ieri Banca d’Inghilterra e BCE hanno
adottato un approccio più ‘hawkish’ del previsto, offrendo sostegno a euro e
sterlina. Il cross euro/dollaro vale 1,1330, cambio euro/yen a 128,70 e usd/jpy a
113,60.

Derivati sul greggio in calo stamane, con il mercato che si avvia verso una
settimana di perdite, mentre la diffusione della variante Omicron fa temere che
nuove restrizioni possano avere un impatto sulla domanda. Il futures sul Brent
cede lo 0,70% a USD 74,50 il barile, anche WTI Usa -0,90% a USD 71,80.

Stamane il Bund future ha aperto in rialzo di 32 tick a 174,37, il Btp future
guadagna 17 bp a 149,63. Lo spread Btp/Bund riparte da 133 pts, con il
rendimento del nostro Btp decennale allo 0,95%.

Apertura in calo per le borse europee sulla scia delle deboli chiusure di Wall
Street e delle piazza asiatiche, con Piazza Affari che cede quasi un punto
percentuale nelle prime battute. Negativi i titoli bancari, male anche le utilities,
CNH Industrial, Prysmian, Stm, Stellantis, Diasorin, Telecom e Stm. Tengono
solo Italgas, Moncler e Poste.

Azionariato asiatico complessivamente negativo stamane, con il Nikkei 225
della borsa di Tokyo che per il 1,79%, Hong Kong -1,15%, Shanghai -1,16%,
Seoul +0,38%, Sidney in lieve rialzo dello 0,11%. A guidare i listini vicino ai
minimi di oltre un anno sono i timori innescati dall’emergere della variante
Omicron del coronavirus e le preoccupazioni per l’impennata dell’inflazione
mentre il cambio di passo della Federal Reserve, che ha dato un’accelerata
all’uscita dalle sue politiche di allentamento monetario, mette a rischio la
fiducia degli investitori. Inoltre il governo degli Stati uniti ha imposto
restrizioni su investimenti ed esportazioni nei confronti di decine di società
cinesi, tra cui la principale produttrice di droni Dji, con l’accusa di complicità
nell’oppressione della minoranza uigura o di aiutare l’esercito, acuendo
ulteriormente le tensioni tra le due potenze.

La Borsa di New York ha terminato la seduta in rosso, dopo le ottime
performance messe a segno nella seduta precedente. Il Dow Jones ha ceduto lo
0,08%, l’S&P500 ha perso lo 0,87%. In calo di oltre il 2% il Nasdaq. Forti
vendite su Apple (-3,93%). Ottime performance, invece, per i titoli del settore
finanziario. Goldman Sachs e Jp Morgan salgono rispettivamente dell’1,91% e
dell’1,56%. Da segnalare anche il forte rialzo di IBM (+2,29%).


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