In fondo la storia di Azimut è simile a quella di tante small cap, nate dall’intuizione di un singolo imprenditore, che, senza particolari agganci o protezioni dall’alto, si sono lanciate sul mercato e nel corso degli anni si sono affermate solo con le proprie forze per il dinamismo, la capacità innovativa e l’abilità di conquistare anche mercati lontani.

Quando nel 1990 Pietro Giuliani, ingegnere meccanico con precedenti esperienze in Iveco, Fideuram e Finanza & Futuro, fece partire Azimut era un totale outsider: non aveva nessuna grande banca o nessuna assicurazione alle spalle, in un settore in cui i colossi finanziari hanno sempre dominato. Un grande passo in avanti è stato la quotazione in borsa, avvenuta nel 2004.

Oggi il gruppo, con 80,9 miliardi di capitali in gestione, 2 mila consulenti finanziari e 223 mila clienti, è diventato di dimensioni di tutto rispetto. A caratterizzare la società e averne determinato l’espansione è stata soprattutto la capacità di innovare, di percorrere per prima strade abbastanza inusuali nell’industria del risparmio gestito in Italia, spesso anticipando di anni trend che in seguito sono diventati patrimonio comune

Attualmente la società, oltre che da Giuliani, che mantiene il ruolo di presidente, è guidata da un gruppo di manager, ognuno con diverse aree di competenza.

Fondi&Sicav ha parlato dei programmi e delle potenzialità del gruppo con Paolo Martini, 48 anni, in Azimut dal 2007, amministratore delegato e direttore generale di Azimut Holding, oltre che presidente di Azimut Libera Impresa Sgr e vice-presidente di Azimut Capital Management Sgr.

Siamo arrivati alla fine di un altro anno molto complesso: qual è il bilancio della vostra rete?

«Il 2021 si è dimostrato un’annata estremamente positiva. Riteniamo, infatti, di avere raggiunto tutti gli obiettivi che un gruppo come il nostro si deve prefiggere. Innanzitutto abbiamo fornito buoni rendimenti alla nostra clientela: nello specifico la media ponderata di questo fattore è stata il 6% netto circa. Stiamo inoltre creando utile per i nostri azionisti, come dimostrano i primi nove mesi, e, infine, stiamo crescendo in termini dimensionali, sia a livello di nuovi consulenti, sia di clienti che abbiamo acquisito. Il tutto sempre con un attento occhio alla sostenibilità e alla creazione di nuovi posti di lavoro e infrastrutture sociali grazie alla nostra offerta sui mercati privati». 

Quali ritenete che siano i vantaggi competitivi che caratterizzano la rete Azimut?

«Pensiamo che la società si differenzi soprattutto per il nostro essere azionisti. Innanzitutto, vi è una forte attenzione all’economia reale. In questo ambito, abbiamo lanciato 20 fondi incentrati sui mercati privati, divisi fra private equity, private debt, venture capital e real estate. Questi aspetti dell’economia reale ormai rappresentano il 7,5% circa delle nostre masse gestite. Pensiamo che Azimut si collochi, soprattutto a livello nazionale, in posizione di leadership assoluta con un evidente vantaggio competitivo. Abbiamo, infatti, qualcosa come oltre 25 mila clienti che hanno collocato almeno una parte dei propri asset in questi prodotti indirizzati anche alla clientela retail: riteniamo appunto molto importante operare un processo di democratizzazione delle opportunità di investimento nell’economia reale. A nostro avviso il trend è destinato a rafforzarsi ulteriormente nel 2022 e oltre, anche perché, oltre all’offerta incentrata sull’economia reale nell’ambito del risparmio gestito, i nostri consulenti stanno diventando sempre di più partner privilegiati del mondo delle piccole e medie imprese. A queste ultime, infatti, proponiamo anche diversi servizi per i quali dovevano in passato rivolgersi al sistema bancario tradizionale. Operiamo, dunque, con un approccio che definiamo di neo-financing attraverso Azimut Direct, cui affianchiamo una serie di altri servizi disponibili su Azimut Marketplace. L’economia reale è una linea di sviluppo per noi fondamentale, che ci ha dato grandi soddisfazioni nel 2021 e che continuerà a darcene nel 2022. A tutto ciò si accompagna poi una significativa espansione della nostra gamma assicurativa e previdenziale». 

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