Azimut ha fatto registrare per l’anno appena trascorso un utile di 600-605 milioni di euro e i clienti hanno goduto di una performance netta del 6,5%
Il 2021 si è rivelato per il gruppo Azimut estremamente positivo. Ciò, sia per quanto riguarda il lancio di una serie di prodotti e servizi innovativi, sia per i risultati. L’utile netto, infatti, ha raggiunto il valore più alto di sempre. Complessivamente l’esercizio appena terminato dovrebbe avere portato nelle casse della società 600-605 milioni di euro. La guidance iniziale per il 2021 era di 350 milioni. La previsione è stata poi aggiornata a 500 per arrivare infine ai valori attualmente riportati.
Sicuramente a giocare un ruolo importante è stata la ripresa economica e dei mercati, ben sfruttata da consulenti e gestori del gruppo. I clienti di Azimut hanno infatti goduto di una performance netta, nel corso dei 12 mesi appena terminati, del 6,5%. Si tratta di un valore notevolmente superiore rispetto al +4,9% dell’Indice Fideuram. Questa sovraperformance peraltro non è dovuta a fattori estemporanei, perché i risultati negli ultimi 25 anni sono ampiamente migliori della media.
Non sorprendentemente questi sviluppi hanno portato a un circolo virtuoso in termini di Aum e raccolta. Quest’ultima ha visto l’anno scorso un valore netto di 18,7 miliardi di euro. Gli attivi in gestione hanno superato 83 miliardi, dei quali il 40% all’estero.
L’espansione internazionale e il progetto che ruota intorno alla definizione di banca sintetica sembrano infatti costituire le architravi dello sviluppo futuro di Azimut. Per quanto riguarda il primo aspetto interessanti appaionle dichiarazioni dell’amministratore delegato Gabriele Blei: «In tre anni abbiamo generato utili netti cumulati per oltre 1,35 miliardi di euro. I clienti nello stesso periodo hanno beneficiato di una performance media netta ponderata di oltre il 16%. La spinta all’internazionalizzazione, sia in termini distributivi, sia gestionali, grazie al Global Team, sono ormai un pilastro della crescita futura».
Il secondo di questi due pilastri si inserisce in una filosofia di investimento incentrata sull’economia reale. Vale la pena ricordare che il segmento private markets è quello che ha visto il maggiore incremento di Aun. Si è passati, infatti, in questa particolare nicchia, da 2 miliardi a fine 2020 a 4,6 12 mesi dopo.
Redazione
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