Intervista a Antonella Manganelli, Responsabile investimenti di Payden&Rygel Italia

 

La Fed ha comunicato che il primo ritocco ai tassi dovrebbe arrivare a marzo. Fin dove credete possa spingersi il rendimento del Treasury decennale nel corso del 2022 e quale forma potrebbe assumere la curva dei tassi Usa?

Con il PIL in espansione, l’inflazione persistentemente alta, la disoccupazione in calo e, da parte della Fed, secondo noi, sei aumenti dei tassi, è probabile che i tassi di interesse a lungo termine salgano.

Antonella Manganelli

In questo momento, vi è una notevole discrepanza tra le aspettative del mercato e quelle della Federal Reserve stessa rispetto al tasso terminale, ovvero il livello dei tassi che la banca centrale americana raggiungerà in questo ciclo di rialzi.

I famosi “dots”, i “puntini” con cui la Fed indica dove prevede i tassi ufficiali per gli anni successivi, puntano a un tasso terminale del 2.5%.

Il mercato, invece, attraverso la curva degli spread, si aspetta solo l’1.7%. Il mercato prezza cioè un numero di rialzi minore di quanto non ne preveda la stessa Fed.

Noi di Payden&Rygel siamo abbastanza positivi sulla crescita. Ci aspettiamo un rallentamento, ma crediamo resterà positiva e superiore al trend. Inoltre, non prevediamo errori di politica monetaria. E pensiamo che l’inflazione nei prossimi mesi si normalizzerà, che resterà cioè al di sopra del target, ma tornerà più vicina ad esso.

Alla luce di questo, crediamo che il tasso terminale sia più in linea con quello atteso dalla Fed che con quello prezzato del mercato, e pertanto la nostra stima del “fair value” per il Treasury a 10 anni è tra il 2% e il 2.25%.

Crediamo inoltre che la curva sia troppo piatta: basti pensare che il decennale americano oggi rende circa l’1.8%, contro l’1.65% per i Treasury a cinque anni.

In questa fase di mercato quali tipologie di titoli di Stato Usa ritenete sia opportuno inserire in portafoglio?

In una fase di rialzo dei tassi è importante proteggere il portafoglio con un sottopeso ai titoli governativi, che sono i più sensibili all’andamento dei tassi d’interesse.

Questo sottopeso secondo noi va applicato soprattutto alle obbligazioni “inflation-linked”, dove il decennale ha ancora un rendimento a scadenza negativo, di -60bps. Crediamo, infatti, che tale rendimento possa tornare oltre lo zero.

Tra i governativi nominali, come detto sopra, ci aspettiamo una maggiore inclinazione della curva, guidata dalla parte lunga. Pertanto, le obbligazioni più attraenti si trovano, secondo noi, nella parte breve, fino a una scadenza massima di cinque anni. Il rendimento a scadenza dell’obbligazione governativa americana quinquennale oggi dovrebbe fornire un cuscinetto sufficiente anche ad assorbire eventuali storni di prezzo nei prossimi 12 mesi.

 

Con 145 miliardi di dollari in gestione, Payden & Rygel è leader nella gestione del risparmio gestito ed annovera tra i suoi clienti banche centrali, fondi pensione, imprese di assicurazione, università, banche private e fondazioni di varia natura. Società di gestione indipendente e non quotata, Payden & Rygel ha sede a Los Angeles con uffici a Boston ed hub di gestione a Londra e a Milano.


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Stefania Basso

Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.