Previsti oggi i dati dell’inflazione in Italia, mentre oltreoceano si attendono le vendite al dettaglio, l’indice Nahb ma il mercato guarda alle decisioni della Fed in uscita alle 19 ora italiana. Aggiornamento sui mercati a cura di UniCredit
L’agenda macro di oggi, mercoledì 16 marzo, presenta poche indicazioni
interessanti. Prevista l’inflazione in Italia, mentre oltreoceano si attendono
le vendite al dettaglio, l’indice Nahb (fiducia costruttori) ma il mercato guarda
soprattutto alle decisioni della Fed in uscita alle 19 ora italiana. Gli analisti si
attendono un rialzo dei tassi, il primo dal 2018, di 25 pb.
Sul fronte asiatico, deficit per la bilancia commerciale del Giappone nel mese
di febbraio, ben oltre le attese, a causa di un forte aumento delle importazioni e
di una crescita più debole delle esportazioni rispetto alle attese. L’export ha
segnato un rialzo, su base annua, del 19,1%, meno del +21% atteso, anche se in
rafforzamento rispetto alla crescita precedente del 9,6%.
L’import è balzato del 34%, contro il +28% stimato, anche se a un ritmo inferiore rispetto al precedente +39,6%. Occhio al boom delle importazioni di petrolio, pari a +93,2% a 808,6 miliardi di yen, in rialzo per l’undicesimo mese consecutivo, condizionato anche dall’indebolimento dello yen nei confronti delle principali valute e dagli effetti dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Il risultato è che la bilancia commerciale del Giappone si è confermata in deficit per il settimo mese consecutivo. Il deficit commerciale è ammontato a febbraio a JPY 668,3 mld (l’equivalente di USD 5,6 mld), molto oltre il deficit di 112,6 mld di gennaio, a causa principalmente dell’aumento dei costi energetici. Sempre sul fronte orientale, nel mese di febbraio i prezzi delle nuove case in Cina sono rimasti invariati su base mensile, rispetto al precedente rialzo dello 0,1%. Su base annua, il trend è stato di una crescita pari a +2%, rispetto al +2,3% di gennaio. A Pechino i prezzi delle nuove abitazioni sono aumentati su base annua del 5,5%, a Shanghai del 4,1%, a Shenzhen del 3,8%.
Il cross euro/dollaro vale 1,0962, in rialzo di 0,19%, mentre il cambio euro/yen
si attesta su 129,75, in rialzo di 0,16% e il cambio usd/jpy scambia a 118,26 in
calo di 0,02%.
Derivati sul greggio positivi stamane. Il futures sul Brent guadagna il 2,40% a
USD 102,31 il barile, mentre WTI Usa sale dell’1,94% a USD 98,31.
Ieri la stampa ha riportato la notizia secondo cui l’Arabia Saudita starebbe
discutendo con la Cina la possibilità di utilizzare lo yuan per la vendita di petrolio
a Pechino, e non più il dollaro statunitense.
Stamane il Bund future ha aperto a 161,15, il Btp future a 139,44. Lo spread
Btp/Bund riparte da 158 pts, con il rendimento del nostro Btp decennale
all’1,950%.
Apertura positiva per le borse europee, con Piazza Affari che guadagna più di
due punti percentuali. Positivi i titoli bancari. Bene anche Moncler,
STMicroelectronics, Nexi, Iveco Group e Stellantis. Male Hera, Leonardo, e
Italgas.
Azionariato asiatico positivo stamane, dopo i forti ribassi delle sessioni
precedenti, alimentati dall’aumento di nuovi casi di Covid-19 nella Cina
continentale e dal timore che l’Autorità di borsa Usa Sec proceda al delisting di
diverse società cinesi, quotate a Wall Street. Il Nikkei 225 della borsa di Tokyo
è in rialzo dell’1,64%, Hong Kong del 9,07%, Shanghai in rialzo del 3,48%,
Seoul sale dell’1,44% mentre Sidney guadagna l’1,10%. Dopo giorni di sell off
scatenati, tornano gli acquisti sulle Big Tech cinesi: Tencent vola fin oltre
+22%, Alibaba balza di oltre il 18%, NetEase fa +17,5%.
La Borsa di New York ha chiuso la seduta in rialzo. L’S&P 500 ha guadagnato
il 2,14%, il Dow Jones sale dell’1,82%. Più evidente il rialzo per il Nasdaq
Composite che guadagna il 2,87%.
Oggi è il Fed-Day, giorno in cui la Fed di Jerome Powell alzerà i tassi sui fed
funds per la prima volta dal 2018, al fine di frenare l’impennata dell’inflazione
negli Stati Uniti. Gli analisti sono concordi nel prevedere che la stretta
monetaria sarà di 1/4 di punto percentuale, dal range attuale, compreso tra lo
zero e lo 0,25%. Il Fomc, braccio di politica monetaria della Federal Reserve,
pubblicherà anche il dot-plot, il documento che contiene le aspettative dei suoi
esponenti sul trend futuro dei tassi, insieme ai nuovi outlook sul Pil e
sull’inflazione Usa. Secondo alcune fonti, sulla scia della guerra tra la Russia e
l’Ucraina, la Fed procederà a un downgrade significativo delle stime sul Pil,
rivedendo al rialzo in modo altrettanto significativo le previsioni sull’inflazione.
Redazione
La redazione di Fondi & Sicav è un team di esperti e appassionati di finanza, specializzati nell’analisi e nell’approfondimento di fondi comuni, SICAV e strumenti di investimento. Con un approccio chiaro e aggiornato, forniscono contenuti di qualità per guidare i lettori nelle scelte finanziarie più consapevoli.

