La storia di Andrea Berti, che lavora presso Banca Widiba come district manager e fa parte del circolo Top private della Banca è un po’ particolare: a lavorare con lui sono due figli, che si sono aggregati in momenti diversi.

«Ho iniziato la mia carriera nel settore finanziario nel 1985, dopo la laurea in statistica; dapprima come gestore di Gpm, poi come responsabile degli investimenti finanziari presso la Cassa di Risparmio di San Miniato e amministratore di una Sgr. Tutti sappiamo che cosa successe nel 2001. Circa un anno prima, esitai e poi mi convinsi che lasciare il posto fisso in banca per mettermi in proprio sarebbe stata la scelta giusta. Sarò sincero, i primi anni non furono semplici. I risultati ottenuti con resilienza e costanza, dopo 22 anni di questa professione, mi hanno però permesso di affermare oggi che non avevo sbagliato a intraprendere questa strada. La conferma definitiva? Entrambi i miei figli hanno deciso di seguirmi in questa professione».

Quali sono le caratteristiche dei suoi figli?

«Lorenzo, nato nel 1990 e laureato in economia e mercati finanziari, ha svolto una prima esperienza fuori casa, a Oxford, per affinare la conoscenza della lingua inglese. Nel 2015, trainato dalla sua passione per la finanza, ha intrapreso il cammino di consulente finanziario. Francesco, di cinque anni più giovane del fratello, dopo il conseguimento della laurea triennale a Pisa, ha continuato il percorso di studi in economia aziendale presso l’Università Luiss Guido Carli di Roma. Ha intrapreso la sua prima esperienza lavorativa a Milano, nel settore digital, presso Deloitte. Qui si è trovato a collaborare e a confrontarsi con colleghi e clienti di elevata esperienza e responsabilità. Nell’ottobre 2021, ha deciso di unirsi a noi. Viribus Unitis, l’unione fa la forza. Siamo una famiglia e siamo un team. Ognuno con il proprio background e le proprie esperienze, in virtù delle quali riusciamo a lavorare in sinergia e a performare al meglio».

Quali sono stati gli insegnamenti del padre e come è stato il percorso di formazione della società mandataria.

«Crisi, successi, momenti di stallo e di indecisione, riprese economiche. In più di 35 anni di esperienza nel mondo finanziario ci sono passato più e più volte. Ciò che sto tramandando ai miei figli è come gestire questi momenti, soprattutto quelli difficili. Polso fermo, ragionare con razionalità, non farsi pervadere dalle emozioni e costruire portafogli “robusti” per consentire il raggiungimento degli obiettivi dei clienti nel tempo. La formazione, sia in termini di hard, sia di soft skills, è alla base di questo mestiere. Banca Widiba, grazie a percorsi di inserimento mirati e a corsi di formazione all’avanguardia, ha facilitato il loro inserimento». 

Che cosa hanno portato i figli nella collaborazione (nuovi rapporti, maggiori contatti con i giovani, idee nuove, lavoro nei social, ecc.)? E quali sono i punti di forza del genitore?

«Lorenzo, con il suo background finanziario, ha portato innovazione al processo di creazione e di gestione dei portafogli, anche grazie all’utilizzo di appositi tool finanziari messi a disposizione da Banca Widiba e particolarmente graditi alla clientela più giovane. Francesco, con un imprinting più aziendale, sta sviluppando un ambizioso progetto di personal branding e di educazione finanziaria. L’obiettivo è dare visibilità alla nostra attività anche sui canali social e di digitalizzare questa professione per rivolgersi a una platea sempre più ampia di possibili clienti. In questo modo la mia competenza e la mia esperienza si integrano con il processo di rinnovamento portato dai figli».

Come hanno preso i clienti l’inserimento di nuove persone di età più giovane?

«La mia clientela, che si trova in una fascia d’età sicuramente più avanzata, ha guardato inizialmente con cautela l’affiancamento di Lorenzo nella mia attività, apprezzandone gradualmente gli aspetti positivi e approfittando della sua professionalità. Nel marzo 2020, data che rappresenta l’inizio di una pandemia globale e uno dei peggiori mesi che la storia finanziaria abbia mai conosciuto, io mi trovavo in ospedale colpito dall’infezione e lì sono rimasto per diverse settimane. Lorenzo, nonostante il periodo fosse umanamente e lavorativamente molto complesso, è riuscito a gestire molto bene i rapporti con i miei e i suoi clienti. Con Francesco l’inserimento è stato in parte facilitato dall’esperienza del fratello, anche se la sua scelta è stata di indirizzarsi subito verso una clientela più giovane di nuovo approccio al mondo finanziario».  

Ci sono state difficoltà a lavorare insieme? Quali sono i problemi che un padre e un figlio devono affrontare la prima volta che si trovano a lavorare in collaborazione?

«Sicuramente la difficoltà maggiore che ho trovato nel lavorare con i miei figli è di dovere scindere il rapporto professionale da quello affettivo. È normale che la differenza di età e un diverso modo di approcciarsi alle attività porti a momenti di disaccordo e di contrasto. Situazioni che sicuramente sono utili per l’evoluzione della nostra attività, ma che ci hanno portato necessariamente a essere più flessibili e più elastici nella visione dei nostri punti di vista. Lorenzo e Francesco, nonostante abbiano caratteri molto diversi, hanno entrambi voglia di raggiungere obiettivi ambiziosi e, per farlo, si mettono costantemente in gioco. Questo loro aspetto ci aiuta a essere costruttivi. L’ascolto, la condivisione delle idee e il confronto sulle strategie sono elementi fondamentali per un rapporto di piena collaborazione e di crescita professionale». 

Quali consigli darebbe a chi affronta un’esperienza del genere?

«Come per ogni tipo di lavoro, è fondamentale che la scelta di seguire la professione del padre sia voluta dal figlio. Il successo di questa esperienza è legato alla volontà del giovane di proseguirne l’attività, migliorandone alcuni aspetti e integrando l’esperienza del passato con l’innovazione del presente. Il padre deve essere disponibile al dialogo ed essere aperto ai cambiamenti che potranno presentarsi in questo percorso di condivisione delle proprie professionalità. Il mio consiglio è fare questa esperienza, perché è un percorso bellissimo che può dare tante soddisfazioni! Affrontare un percorso INSIEME è qualcosa di unico».

È stata quindi la scelta giusta…

«Qui sarò molto sintetico. Assolutamente sì!»

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Redazione

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