Nel numero scorso del nostro magazine avevamo visto che le società di distribuzione di prodotti finanziari, che hanno spesso il problema di inserire advisor giovani in un mestiere che è prevalentemente appannaggio di consulenti maturi, fanno di tutto per facilitare l’inserimento dei cosiddetti “figli d’arte”.

Si tratta di figli di consulenti che hanno ormai molti anni di lavoro alle spalle, quasi sempre ottimi portafogli clienti e una valida esperienza da trasmettere. In pratica un comportamento non molto diverso da quello di un imprenditore o di un professionista che lascia alla seconda generazione un’attività ben avviata, dopo una collaborazione di anni.

Lavorare con visioni profondamente diverse, come sovente succede tra padre e figlio, se da una parte costituisce un indubbio arricchimento, dall’altra comporta talora sforzi reciproci di adattamento non da poco.

Solitamente, ma ovviamente non sempre, la nuova generazione ha una preparazione tecnica e accademica migliore, rispetto ai padri: una laurea in materie economiche e magari una prima esperienza di lavoro di buon livello altrove, rispetto alla società mandataria, sono praticamente la regola. Ciò a dimostrazione del fatto che, quando alla fine viene compiuto il passo di lavorare con il genitore, si tratta di una scelta meditata, fatta con la massima convinzione. Quanto ai padri, praticamente tutti affermano che la capacità relazionale che viene trasmessa è un unicum.

Infine un ultimo punto: i giovani hanno sicuramente una maggiore vocazione a parlare con i loro coetanei, a utilizzare i social.

Considerando che le società hanno non solo il problema di svecchiare il loro parco di advisor, ma anche la clientela, si comprende facilmente che l’unione padre-figlio è considerata vincente per tutti.

Parlano i protagonisti

Passaggio generazionale: una grande soddisfazione

La storia di Virginia e Sergio Barnabè, ambedue private banker di Fideuram Ispb, si è svolta su binari totalmente classici

Aumentare il numero di clienti con la collaborazione padre-figlio

“L’idea di lavorare insieme nasce dal sogno di mio padre di dare stabilità al lavoro fatto negli anni, per non disperdere il pacchetto clienti accumulato” Alessandro Risso di Banca Generali

Un passaggio generazionale all’incontrario

La storia che vede coinvolti Corradina Arangio e Giorgio Magnini, di Banca Mediolanum, pur vedendo due persone di generazioni diverse impegnate a lavorare nella stessa società, è decisamente diversa dalle altre

Un percorso bellissimo nel mondo finanziario

La storia di Andrea Berti, che lavora presso Banca Widiba come district manager e fa parte del circolo Top private della Banca è un po’ particolare: a lavorare con lui sono due figli, che si sono aggregati in momenti diversi

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Redazione

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