Intervista a Herve Biancotto, Associate Portfolio Manager, Janus Henderson

 

Quali sono i fattori che hanno penalizzato la performance dei bond emergenti negli ultimi mesi?
Herve Biancotto

Le obbligazioni dei mercati emergenti hanno sofferto di un generale irrigidimento delle condizioni di finanziamento combinato con una serie di shock regionali.

Il graduale apprezzamento del dollaro statunitense e lo spostamento verso l’alto dei tassi d’interesse americani hanno reso più costoso per le società dei mercati emergenti reperire capitali sul mercato internazionale.

La Cina, nel tentativo di allontanare il suo modello di crescita dagli investimenti improduttivi, ha introdotto una serie di cambiamenti normativi in alcuni settori chiave. Questo ha fortemente danneggiato le imprese per quanto riguarda le condizioni di finanziamento.

Nel settore immobiliare, 45 compagnie non hanno rispettato i loro obblighi di pagamento l’anno scorso, e altre 13 quest’anno. L’indice China high yield corporates ha dimezzato il suo valore. In Europa, la banca centrale turca nonostante l’aumento dell’inflazione ha iniziato a tagliare i tassi di interesse seguendo gli input del presidente Recep Tayyip Erdogan.

La lira turca ha di conseguenza perso il 70% del suo valore, innescando una pesante “dollarizzazione” nel Paese. Infine, per quanto concerne la Russia, il rublo ha perso il 60% del suo valore a causa delle sanzioni che hanno congelato le riserve internazionali di Mosca e limitato la sua capacità di transazione. A partire dalla fine di marzo 2022, JP Morgan ha escluso tutte le obbligazioni russe dai suoi indici dei mercati emergenti assecondando così i dubbi degli investitori circa l’opportunità di investire in Russia.

Quale asset allocation per regioni/paesi/scadenze/rating state prediligendo e quale evoluzione ritenete sia plausibile nei prossimi mesi per l’universo delle obbligazioni emesse dai paesi emergenti?

I fondamentali del credito aziendale dei mercati emergenti si sono ripresi con forza dalla pandemia. I ricavi sono rimbalzati, permettendo alla leva finanziaria di scendere. In media, la leva finanziaria è inferiore a quella delle società dei mercati sviluppati.

Privilegiamo il debito ad alto rendimento, soprattutto BB e B. Per quanto riguarda le regioni, preferiamo l‘America Latina, anche se monitoriamo attivamente gli episodi politici dovuti alle prossime elezioni presidenziali (Brasile, Colombia).

In Cina, nonostante l’annuncio di un piano di stimolo, l’impennata dei casi di covid e i relativi lockdown continueranno a pesare sulla crescita. Tuttavia, le valutazioni interessanti in alcuni player immobiliari cinesi selezionati compensano adeguatamente i rischi.

Ci piace rimanere nella parte breve e media della curva (scadenza da 3 a 7 anni), meno reattiva ai movimenti dei tassi d’interesse statunitensi, dato che la FED continuerà a normalizzare i tassi con politiche di rialzo. Il livello complessivo delle spese in conto capitale per le società dei paesi emergenti è ancora al di sotto del livello pre-pandemico. Ci aspettiamo che questo divario si colmi nei prossimi mesi, offrendo agli investitori obbligazionari nuove opportunità di ricevere cedole più elevate.


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Stefania Basso

Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.