Intervista a Witold Bahrke, Senior Macro Strategist di Nordea Am

 

Nordea

Quali sono i fattori che hanno penalizzato la performance dei bond emergenti negli ultimi mesi?

L’inasprimento monetario e il conflitto Russia-Ucraina creano condizioni sfidanti a livello macroeconomico, alimentando i rischi di una recessione globale ai massimi storici. Tuttavia, ci stiamo avvicinando al picco della politica severa della Fed, che può fornire un’opportunità per investire nel reddito fisso EM a livelli interessanti.

Witold Bahrke

Non ci sono segnali che ci lasciano presupporre una rapida risoluzione del conflitto in Ucraina, che ha determinato un’impennata dei prezzi delle materie prime e un deterioramento del trade-off crescita-inflazione. Questo significa che per ogni punto di crescita, dovremo aspettarci un’inflazione più alta.

Le banche centrali resteranno vigili sull’aumento dell’inflazione. La stagflazione sta diventando una visione condivisa, mentre la recessione vera e propria non rappresenta più un mero rischio residuale.

In sintesi, questo determina un’inversione della curva dei rendimenti dei Treasuries USA nel tratto a 2-10 anni. Ma qual è il messaggio per le obbligazioni EM? Innanzitutto, ci sono ragioni che impongono cautela nel breve periodo. A seguito dell’inversione della curva, il total return a 3-6M delle obbligazioni in valuta forte vede la volatilità spingere al ribasso. Inoltre, le inversioni non offuscano le prospettive di medio termine. A 12M dall’inversione, i rendimenti sono positivi con l’eccezione della crisi asiatica.

Quale asset allocation per regioni/paesi/scadenze/rating state prediligendo e quale evoluzione ritenete sia plausibile nei prossimi mesi per l’universo delle obbligazioni emesse dai paesi emergenti?

Nonostante le variazioni negative di breve periodo, l’aspetto positivo è che molto è già stato scontato. Il sentiment rimane al ribasso e non ci vuole molto per generare sorprese al rialzo. Quali sono gli aspetti su cui fare attenzione? Un segnale positivo potrebbe manifestarsi più avanti nel T2 al culmine della politica restrittiva della Fed. Un rialzo di 50 BP a maggio segnerebbe molto probabilmente il picco in termini di punti di rialzi previsti, soprattutto perché potrebbe coincidere con il rallentamento della crescita. Fino ad allora, preferiamo mantenere una posizione difensiva nei nostri portafogli.

Nonostante i rischi di recessione globale, conviene ancora operare una diversificazione tra i diversi emittenti EM. La nostra prima scelta sono gli esportatori di materie prime con bilanci solidi, che beneficiano del deterioramento del trade-off crescita-inflazione.

A livello regionale, si distingue l’America Latina. All’estremo opposto, gli importatori di materie prime con stretti legami commerciali con la Russia e un elevato fabbisogno di finanziamenti esterni sono i più vulnerabili.

Gli importatori di grano nordafricani come l’Egitto meritano di essere segnalati. Poiché ci aspettiamo che il commercio mondiale subisca un rallentamento nel 2022 e che la domanda si sposti dai beni ai servizi quando la situazione Covid sarà diventata endemica, anche molti paesi asiatici appariranno meno attraenti.


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Stefania Basso

Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.