Elevata liquidità e selezione di emissioni liquide sono elementi fondamentali per ridurre i rischi in questa fase delicata. Luca Sibani, responsabile investimenti discrezionali & total return di Epsilon

Quali sono i fattori che hanno penalizzato la performance dei bond emergenti negli ultimi mesi?
L’andamento degli strumenti del reddito fisso è stato particolarmente negativo negli ultimi mesi. Non solo le obbligazioni emergenti ma anche le obbligazioni governative e i titoli corporate hanno sofferto in modo evidente. In questo periodo abbiamo assistito ad un cambio repentino nell’atteggiamento delle banche centrali che, spinte dalle pressioni inflazionistiche, hanno deciso di accelerare il processo di normalizzazione delle politiche monetarie tra cui l’aumento dei tassi di interesse. E, come spesso accade, si è verificato un rialzo delle curve dei rendimenti che si traduce in una flessione dei prezzi delle obbligazioni.
Nel caso specifico dei bond emergenti, insieme all’aumento dei rendimenti obbligazionari abbiamo assistito alla forte correzione dei titoli dell’Ucraina e alla cancellazione, dagli indici dedicati, degli strumenti di debito della Russia e della Bielorussia. La crisi ucraina ha penalizzato i paesi importatori di materie prime e quelli confinanti con la Russia e, per converso, l’area latino-americana è stata quella meno coinvolta dalle pressioni di vendita.

Quale asset allocation per regioni/paesi/scadenze/rating state prediligendo e quale evoluzione ritenete sia plausibile nei prossimi mesi per l’universo delle obbligazioni emesse dai paesi emergenti?
In questa fase di Incertezza sul ciclo economico, e mi riferisco alle prospettive di crescita e di inflazione, la nostra preferenza è per una presenza elevata di liquidità e di strumenti liquidi. Ed è proprio questa impostazione, volta alla prudenza che accomuna molti gestori, che ha consentito una gestione ordinata dell’asset class; lo spread degli emittenti sovrani, ad esempio, non si discosta di molto da quello osservato a inizio anno.
Un altro aspetto che stiamo prendendo in considerazione riguarda la crisi geopolitica, nel caso in cui dovesse proseguire potrebbe alimentare un’avversione al rischio che renderebbe più vulnerabili tutti gli emittenti che hanno necessità di finanziarsi sul mercato.
La scelta consiste nel privilegiare un profilo di rischio conservativo e, pur mantenendo un’elevata distribuzione dei rischi per singolo paese, nel contenere l’esposizione ai paesi più fragili.
Rocki Gialanella
Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.

