Intervista a Katrina Uzun, Institutional Portfolio Manager, MFS Investment Management

Quali sono i fattori che hanno penalizzato la performance dei bond emergenti negli ultimi mesi?
La situazione geopolitica tra Russia e Ucraina ha contribuito ad alimentare ulteriormente le preoccupazioni di un rallentamento della crescita a livello globale e di un aumento dell’inflazione (con rischio di stagflazione), contribuendo a mantenere un sentiment debole e una performance contrastata per le obbligazioni sui mercati emergenti. I casi di contagio continuano a pesare sull’attività economica.

I continui colli di bottiglia nell’offerta hanno mostrato una certa attenuazione. Ma continuano a rappresentare un ostacolo. I prezzi del petrolio hanno raggiunto i livelli più alti dal 2008, contribuendo a rafforzare le preoccupazioni inflazionistiche.
Inoltre, una debole attività economica e il recente picco di casi COVID in Cina rappresentano un potenziale freno alla crescita globale. In questa situazione e per via dell’aumento dell’inflazione, le banche centrali dei mercati sviluppati mantengono un atteggiamento prudente, anche se divisi sull’opportunità di moderare i loro cicli di rialzo previsti. Questo mix di preoccupazioni per il rallentamento della crescita e di politiche monetarie più restrittive determina un contesto complicato per gli asset più rischiosi.
Quale asset allocation per regioni/paesi/scadenze/rating state prediligendo e quale evoluzione ritenete sia plausibile nei prossimi mesi per l’universo delle obbligazioni emesse dai paesi emergenti?
I paesi emergenti esportatori di materie prime possono performare bene nell’attuale contesto, sebbene le condizioni economiche a livello globale rimangano complessivamente difficili. A differenza delle precedenti crisi, diverse economie emergenti sono entrate in questo periodo di alta volatilità con importanti conti in valuta estera, che forniscono un utile cuscinetto e attenuano l’attuale propensione al risk-off.
Le valutazioni sul debito dei mercati emergenti rimangono interessanti rispetto agli ultimi cinque anni di storia del benchmark. Il debito sovrano dei paesi emergenti offre una valutazione interessante rispetto all’investment grade e alle società ad alto rendimento statunitensi, anche considerando il recente e massiccio deterioramento degli spread di Russia e Ucraina.
Il valore delle valute EM è relativamente a buon mercato, ma suscettibile di volatilità derivante da un rialzo dei tassi USA e dalle preoccupazioni sulla crescita nel breve periodo. I forex EM e i tassi dei paesi che sono più avanti nel processo di restrizione della politica monetaria offrono alcune opportunità (a causa di un carry più elevato e di rendimenti obbligazionari interessanti).
Nonostante non stiamo aumentando l’esposizione al rischio nell’attuale contesto di mercato, stiamo approfittando delle distorsioni dei prezzi che sono emerse a seguito dell’aumento della volatilità. I fattori di rischio imprevisti a livello globale evidenziano l’importanza di una diversificazione e i vantaggi di strategie orientate all’alpha. Le nostre decisioni di investimento sono state orientate per trarre vantaggio dalle fluttuazioni e opportunità di mercato conseguenti al fine di migliorare il profilo di rischio-rendimento del fondo.
A livello di paesi, abbiamo aumentato il peso della Repubblica Dominicana aggiungendo nuove emissioni di debito sovrano basandoci su una storia di crescita positiva, metriche di credito ragionevoli, un miglioramento del turismo e valutazioni interessanti. Siamo anche passati da un’esposizione sottopesata a una sovrappesata in Costa Rica, aggiungendo un’esposizione di debito sovrano sulla base di una migliore performance fiscale nell’ambito di un programma del FMI e di un risultato elettorale favorevole al primo turno.
Inoltre, abbiamo aumentato in maniera moderata la nostra esposizione all’Ecuador sulla base di valutazioni interessanti, dei benefici dell’aumento dei prezzi del petrolio sui conti fiscali e in valuta estera dell’Ecuador e dell’intenzione del governo di continuare a realizzare diverse riforme del mercato.
Stefania Basso
Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.

