Intervista a Luca Boffa, Portfolio Manager delle Sicav Electric Vehicles Revolution e Artificial Intelligence di Symphonia SGR

 

Dopo le perdite degli ultimi mesi, pensa che i titoli tecnologici statunitensi abbiano completamente scontato gli effetti negativi della politica monetaria della Fed?

 

Luca Boffa

La politica monetaria della Fed non è mai decisa in anticipo per tempi lunghi. Le indicazioni che riceviamo dai suoi membri sono costantemente soggette a ripensamenti, perché basate su aspettative, che incorporano costantemente nuovi dati ed eventi.

Alcuni di questi, come l’esito della guerra in Ucraina, il costo dell’energia, la durata delle strozzature alla logistica globale, o l’andamento dei lockdown in Cina, hanno un impatto notevole su inflazione e rallentamento economico globale, e sono solo in parte prevedibili.

L’impressione è che la Fed ultimamente abbia trasmesso una volontà ferma di contrastare l’inflazione e restringere le condizioni di liquidità, rispetto alla flemma di pochi mesi fa, generando una tale risalita dei tassi d’interesse di mercato da alimentare aspettative di un deciso rallentamento economico.

E la risalita dei tassi a medio lungo termine, che ha causato il ridimensionamento delle valutazioni dei titoli ad alta crescita, come i tecnologici, ora sembra meglio controbilanciata dai timori di rallentamento economico.

Il Nasdaq ha perso circa un quarto del suo valore da inizio anno, restituendo circa due terzi della sovraperformance rispetto all’S&P. Le valutazioni si sono ridimensionate, ma rimangono sopra le medie di lungo periodo. Mentre i tassi reali d’interesse si sono normalizzati, e i bond son tornati una classe d’investimento da considerare.

Un punto di svolta potrebbe essere il picco dell’inflazione. La crescita dei salari, spinta ora da un mercato del lavoro in eccesso di domanda, potrebbe rientrare piuttosto rapidamente con aspettative crescenti di rallentamento economico.

Molte società tecnologiche hanno approfittato dei tassi bassi per aumentare i livelli di indebitamento. Credete che tali livelli siano sostenibili nel medio termine o rappresentino un fattore di rischio importante per l’asset class?

La leva finanziaria delle società non è un fattore di rischio decisivo, nelle nostre previsioni. Se la Fed, aiutata dall’ondata di avversione al rischio generata anche dalle sue comunicazioni, riesce nell’intento di moderare inflazione e crescita senza eccedere nella restrizione delle condizioni finanziarie, la parentesi di tensione sul mercato del credito potrebbe essere breve.

Il mercato sta punendo con violenza le società con necessità di finanziamento significative e persistenti per investimenti che offrono ritorni solo nel lungo periodo. Ma nel complesso il livello di indebitamento al Nasdaq si è decisamente ridotto negli ultimi due anni. La disponibilità e l’aumento del costo del debito può costare molto ad alcuni. Ma attendiamo abbia un impatto limitato in aggregato.

La situazione sarebbe diversa in caso di rallentamento economico profondo, non nelle nostre attese al momento. Se indisponibilità e costo del costo del debito si combinassero con un forte ridimensionamento delle aspettative di crescita, allungando la parentesi di tensione sul mercato del credito, una quantità maggiore di società avrebbe difficoltà serie. E converrebbe concentrare l’esposizione nelle società poco indebitate, con grande visibilità delle vendite e margini solidi, in grado di assorbire aumenti di costo, e più capaci di fronteggiare debolezza della domanda quando alzare i prezzi non è un’opzione disponibile: i titoli tecnologici non sarebbero favoriti, sarebbero però probabilmente tra i primi ciclici a risalire, una volta scontata la recessione.


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Stefania Basso

Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.