L’eventuale risoluzione dei problemi geopolitici porterebbe vantaggi a singole aree dell’universo emergente. Intervista a Giovanni Buffa, senior fund manager di AcomeA SGR

Credete che le aspettative di prospettive economiche migliori in molti paesi emergenti contribuiranno ad attenuare il rischio rappresentato dall’aumento dei tassi di interesse globali?
Le aspettative sulla crescita economica mondiale si sono parecchio ridimensionate in questi primi nove mesi dell’anno. La guerra in Ucraina, il ciclo di rialzo dei tassi di interesse causato da un’inflazione galoppante nei paesi occidentali e non solo, la Zero Covid Policy della Cina e, non da ultimo, la crisi energetica che sta attanagliando soprattutto l’Europa, sono tutti fattori che hanno inciso ed incideranno nel prossimo futuro sui consumi e sulla crescita economica globale.
I paesi emergenti, pur essendo più virtuosi rispetto a qualche anno fa, non sono immuni dal rallentamento in atto, soprattutto considerando che i veri motori della domanda globale, Stati Uniti, Europa e Cina in primis, vivono per diverse ragioni momenti difficili. Detto questo la “buona” notizia è che i mercati azionari emergenti, se espressi in valuta locale, perdono circa il 17% da inizio anno, quindi, le Borse stanno già almeno parzialmente scontando questo scenario negativo.

Quali paesi o aree emergenti potrebbero uscire rafforzate in caso di attenuazione o risoluzione delle tensioni geopolitiche in corso?
In linea di massima, tutti i mercati azionari globali riceverebbero una bella spinta rialzista da un’attenuazione dei conflitti geopolitici. Un’eventuale risoluzione della guerra in Ucraina beneficerebbe anzitutto i paesi dell’Europa dell’Est e le loro valute, oltre chiaramente all’Europa e all’Euro. Un ipotetico accordo di pace/cessate il fuoco non porterebbe probabilmente ad un’immediata abolizione delle sanzioni alla Russia (anche se le stesse potrebbero far parte dell’accordo stesso) e i problemi di approvvigionamento energetico rimarrebbero almeno nel breve periodo, ma sicuramente rappresenterebbe un bel passo avanti. Tuttavia, questa eventualità appare poco probabile, almeno nei prossimi mesi, anche se nessuno può prevedere l’andamento della guerra alla luce dei recenti avvenimenti. Per quanto riguarda il conflitto Cina-Taiwan-Stati Uniti, la situazione è molto complessa e non vediamo una risoluzione della stessa all’orizzonte. I rapporti tra Usa e Cina sono ormai molto freddi e continueranno ad esserlo per i prossimi anni, ma un ritorno allo status quo potrebbe comunque beneficiare i mercati di Hong Kong, Taipei e Seul.
Rocki Gialanella
Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.

