Il ritorno alla crescita di Usa e Cina e l’efficientamento tramite digitalizzazione sono due elementi chiave per il futuro del comparto. Intervista a Federico Polese, fondatore di Simplify Partners

Come si sono comportate le small cap europee in questa difficile fase di mercato e quali scelte di portafoglio (per paesi, settori etc) avete messo in atto per fa fronte alla situazione?
Le aziende medio piccole europee hanno sotto performato l’indice delle large cap del 4.7% e del 5%. Questo risultato è in linea con l’andamento dei periodi recessivi del passato ed è più dovuto alla preferenza generalizzata (da parte dei gestori) per grandi aziende con cash flow stabili e prevedibili in questi periodi difficili.
Avendo il privilegio di poter gestire attivamente il portafogli, abbiamo scelto di avere il 60% di cash a gennaio 2022. Cassa che stiamo gradualmente reinvestendo privilegiando dividendi e corporate bond

A vostro avviso, quali condizioni dovrebbero materializzarsi per consentire alle quotazioni delle small cap del Vecchio Continente di risalire la china nel corso dei prossimi anni?
Ci sono tre condizioni: crescita dei mercati usa e cinese, crescita delle masse monetarie messe a disposizione dalle banche centrali, l’efficientamento tramite digitalizzazione.
Nei prossimi anni daremo priorità ai produttori di beni di capitale rispetto ai beni di consumo. La necessita di aggiornare un ampio numero di infrastrutture sia per renderle ESG compliant che più competitive digitalizzandole che ancora per andare a sopperire ai cambiamenti geopolitici e della de-deglobalizzazione le fa preferire rispetto ai beni di consumo. Questo renderà necessario avere ridondanza di impianti e infrastrutture in molti settori.
Il settore energetico tradizionale (oil&gas) che procura ancora l’83% dell’energia necessaria al mondo per produrre il 4 pilastri produttivi (fertilizzanti, acciaio, cemento e plastica), ha due criticità che si sono evidenziate negli ultimi anni, quello della carenza di cronica di investimenti nel comparto esplorativo (che deve fare catch up) e quello della transizione verso combustibili più ecologici. Per esempio la transizione all’idrogeno, fortemente supportato a livello sia regolamentare che finanziario, dalla comunità europea, richiederà un radicale upgrade di tutta l’infrastruttura di trasporto e stoccaggio.
Sara necessario ricreare quella ridondanza di infrastrutture energetiche che è venuta meno con la deglobalizzazione mentre si attende che le rinnovabili prendano il posto del tradizionale. Le forniture di questi impianti e materiali saranno uno dei principali temi dei prossimi anni rispetto ad altri comparti come i beni di consumo discrezionali che avranno un periodo di recupero più incerto
Rocki Gialanella
Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.

