Dopo la Fed sul palcoscenico delle Banche centrali saliranno oggi la BCE (ore 14:15) e la BoE (13:00). Aggiornamento sui mercati a cura di UniCredit

Come per la Fed, non sono attese sorprese sul fronte del rialzo dei tassi di interesse. Francoforte dovrebbe alzarli di 50 punti base e portarli al 2,5%, Londra dello 0,5% a 4%. Seguiranno le conferenze stampa dei due governatori, Christine Lagarde e Andrew Bailey, vedremo se riusciranno a non disturbare i mercati finanziari come fatto ieri da Jerome Powell.

Agenda macro Usa

Nel pomeriggio dagli Stati Uniti in arrivo le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione settimanali che si dovrebbero attestare a quota 200.000, in crescita rispetto a 186.000 della settimana precedente. In uscita anche il dato sulla produttività non agricola nel IV° trimestre 2022 prevista in crescita del 2,4% contro +0,8% del mese precedente. Alle 16:00 verrà pubblicata la rilevazione sugli ordini di fabbrica a dicembre, attesi dal consensus in crescita del 2,3% dopo la contrazione (-1,8%) del mese precedente.

Wall Street ha chiuso positiva ieri

Wall Street ha letto nelle parole del presidente Fed Jerome Powell l’approssimarsi della fine del rialzo dei tassi di interesse. Il presidente Fed ha certificato che il processo di discesa dell’inflazione è iniziato e che la manovra dei tassi sarà ora legata ai dati economici in arrivo. I timori di un atterraggio oltre l’intervallo 5%-5,25% (dal 4,50%-4,75%) attuale, sono ora svaniti. In Borsa si è messo in luce il comparto tecnologico dopo i risultati e il buyback annunciati da Meta. Ancora trimestrali oggi con un trittico tech composto da Apple, Alphabet e Amazon, a cui si aggiungono Eli Lilly, Merck e Ford.

Euro Dollaro a 1,10

Il cambio della guardia tra dollaro ed euro era già visibile da inizio anno ma ieri è stato sancito con la riunione della Fed. Il biglietto verde ha perso terreno non solo contro la valuta unica europea ma anche nei confronti di yen e sterlina. Non ne hanno approfittato le materie prime, in particolare il petrolio, inversamente correlate al dollaro. Pesano di più le attese di rallentamento economico.

Obbligazionario

Il cambio della guardia tra dollaro ed euro era già visibile da inizio anno ma ieri è stato sancito con la riunione della Fed. Il biglietto verde ha perso terreno non solo contro la valuta unica europea ma anche nei confronti di yen e sterlina. Non ne hanno approfittato le materie prime, in particolare il petrolio, inversamente correlate al dollaro. Pesano di più le attese di rallentamento economico. Il BTP decennale è al 4,23%.

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Redazione

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