Valutazioni attraenti, rientro della volatilità e nuovi flussi di investimento potrebbero far ripartire il segmento. Intervista a Sergio Bertoncini, senior fixed income strategist, Amundi Institute

L’impennata dell’inflazione e la conseguente reazione in materia di tassi d’interesse da parte delle banche centrali hanno penalizzato i corporate bond nel 2022. Cosa vi aspettate per l’anno in corso?

Riteniamo che i corporate bond con rating Investment Grade siano favoriti da una combinazione di fattori di supporto. Anzitutto le più attraenti valutazioni assolute e relative hanno guidato il ritorno di una rinnovata domanda già dagli ultimi mesi del 2022, domanda che si è rafforzata grazie a nuovi flussi d’investimento in questi primi due mesi del 2023. In secondo luogo, nonostante il rinnovato e sensibile rimbalzo dei rendimenti delle ultime settimane, il comparto appare destinato ad essere sostenuto da un progressivo rientro della volatilità implicita nei mercati obbligazionari nel corso di quest’anno, anche in vista del probabile raggiungimento del picco dei tassi ufficiali delle principali banche centrali nel corso dei prossimi mesi. Infine, i fondamentali societari rimangono complessivamente sani, e le società hanno anche fin qui limitato l’impatto dell’aumento dei tassi sul costo complessivo del debito grazie all’utilizzo della liquidità accumulata negli anni precedenti e all’allungamento della durata media delle passività.
Quali tipologie di corporate bond state privilegiando in questa fase di mercato in termini di affidabilità creditizia, duration, settori, aziende?
Nell’ambito dei corporate bond stiamo privilegiando i titoli con rating Investment Grade rispetto a quelli ad alto rendimento. In termini di area geografica la preferenza è per l’Europa rispetto agli Stati Uniti, soprattutto per le valutazioni relative, più attraenti nel vecchio continente, anche alla luce del miglioramento delle attese macroeconomiche per l’anno in corso sulla base dei recenti dati di crescita, più resilienti del previsto. A livello settoriale la preferenza è per i finanziari, in particolare per le banche, sostenute dal miglioramento dei margini, dalle positive sorprese macroeconomiche degli ultimi mesi, nonché dai buoni livelli di capitalizzazione raggiunti.
La view è altresì positiva sui subordinati denominati in euro, in relazione alle valutazioni attraenti rispetto ai livelli d’inflazione e ai corrispondenti dividend yield azionari, valutazioni che a nostro avviso rappresentano un buon cuscinetto anche per affrontare la volatilità dei mercati. Nell’ambito dei non finanziari, la preferenza va al settore automobilistico e a quello dei media e delle telecom. Infine, per quanto riguarda l’esposizione alla curva dei rendimenti IG in euro, la preferenza va al segmento tra i cinque e i sette anni, caratterizzato da valutazioni relative più attraenti per effetto della struttura relativamente piatta della curva e altresì per la presenza di una sorta di premio aggiuntivo a causa della concentrazione delle emissioni in questo segmento.
Rocki Gialanella
Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.

