Il 2023 sarà ancora un anno aleatorio per le obbligazioni. Intervista a Riccardo Igne, Vice Direttore Generale e Head of Debt Investments di Finint Investments Sgr

L’impennata dell’inflazione e la conseguente reazione in materia di tassi d’interesse da parte delle banche centrali hanno penalizzato i corporate bond nel 2022. Cosa vi aspettate per l’anno in corso?

Stimare l’andamento dei mercati dei corporate bond nel 2023 è esercizio complesso: dati macroeconomici e fattori geopolitici, da un lato, inflazione e decisioni di politica monetaria, dall’altro, potrebbero produrre scenari diversificati.

Lo scenario più probabile pronosticato dagli analisti sembra scontare una recessione tra il terzo ed il quarto trimestre e una conseguente riduzione dell’inflazione. In coerenza, si prevede un aumento dei tassi di interesse fino a settembre, seguito da un calo graduale degli stessi negli anni 2024 e 2025.

Pur in questo contesto aleatorio, per l’anno in corso manteniamo una view molto positiva sul mercato obbligazionario; tassi e spread così elevati non si registravano da oltre un decennio. Nonostante la complessità dello scenario macroeconomico, siamo positivi sia sul comparto investment grade, che dovrebbe beneficiare dal successivo abbassamento dei tassi in maniera maggiore rispetto agli svantaggi dovuti ad un eventuale deterioramento dei fondamentali, sia sul comparto high yield, dove, nonostante i rischi, i rendimenti restano oltre la media storica.

Quali tipologie di corporate bond state privilegiando in questa fase di mercato in termini di affidabilità creditizia, duration, settori, aziende?

Pensiamo che beneficeranno maggiormente dello scenario di mercato corrente i titoli finanziari e gli anticiclici: l’attuale contesto dei tassi rafforzerà il margine di interesse delle banche; i secondi mostreranno una migliore tenuta in uno scenario di recessione.

Per quanto concerne l’affidabilità creditizia, alla luce dei rischi di recessione e geopolitici, privilegeremo i titoli investment grade, mantenendo comunque un’esposizione sul comparto high yield, sebbene attraverso un approccio particolarmente selettivo. Per quanto riguarda la duration, in considerazione di una probabile discesa dei tassi nel medio periodo, privilegeremo investimenti con una duration che oscilla tra i 4 e gli 8 anni.

Infine, vediamo del valore nel settore immobiliare investment grade, colpito in maniera significativa dall’aumento dei tassi di interesse ma che, nel medio periodo, potrebbe generare rendimenti superiori rispetto alla media del comparto.


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Rocki Gialanella

Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.