Meglio rimanere su scadenze brevi ed emittenti di qualità. Gli spread attuali non offrono grandi opportunità. Intervista a Dario Angelino, Senior strategist & economy analyst di Symphonia SGR 

L’impennata dell’inflazione e la conseguente reazione in materia di tassi d’interesse da parte delle banche centrali hanno penalizzato i corporate bond nel 2022. Cosa vi aspettate per l’anno in corso?

Nel corso del 2023 ci aspettiamo che l’attenzione degli investitori continuerà ad oscillare tra i timori di recessione, dominanti fino all’inizio del quarto trimestre dello scorso anno, e la paura dell’inflazione e della conseguente risposta restrittiva delle Banche Centrali, che si è riaffacciata sui mercati a partire da febbraio. In questo contesto, i rendimenti nominali del credito corporate sono storicamente elevati e generalmente associati a performance total return positive nei 12 mesi successivi, grazie al forte repricing dello scorso anno. Se il miglioramento delle prospettive di crescita economica sta proteggendo gli spread di credito nell’attuale fase di volatilità, l’attuale livello degli spread non è particolarmente stressato ed offre poca protezione rispetto all’andamento della duration governativa. Inoltre dopo il ritracciamento degli ultimi mesi incorporano nuovamente un premio più contenuto per il rischio di recessione.  

 

Quali tipologie di corporate bond state privilegiando in questa fase di mercato in termini di affidabilità creditizia, duration, settori, aziende?

 

In generale preferiamo mantenere l’esposizione bassa sulla duration e alta sui segmenti di qualità creditizia migliore, poiché i rischi di recessione che potrebbero riaffacciarsi nel corso dell’anno ed il drenaggio della liquidità dal sistema finanziario da parte delle Banche Centrali sconsigliano di scendere troppo lungo la scala dei rating.

La bassa duration è la caratteristica cruciale per l’approccio al credito corporate investment grade, che ha una bassa sensibilità all’andamento del ciclo economico. Sul credito corporate high yield la qualità degli emittenti è invece determinante, sia perché i livelli degli spread non sono particolarmente stressati, sia perché la resistenza di strutture di capitale nate in anni di tassi di interesse bassi non è testata in un contesto di inflazione e tassi persistentemente più elevati e volatili, esponendole al rischio di rifinanziamento.

A livello settoriale, ci sono sacche di valore in segmenti europei esposti alla crisi energetica come le utilities o a cambiamenti strutturali e rischi geopolitici come quello automobilistico. Inoltre il settore bancario è un generale beneficiario del nuovo contesto di tassi di interesse, soprattutto se una recessione sarà in ultima analisi evitata, rendendo in questo caso attraente avventurarsi lungo le strutture di capitale verso le emissioni subordinate, in particolare degli emittenti di migliore qualità.

 


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Rocki Gialanella

Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.