Intervista a Valentino Ceccherini, Fund Manager Finint Investments

 

La qualità complessiva delle obbligazioni high yield è migliorata negli ultimi anni, con circa il 50% che si colloca nel rating BB. Ritenete che questi livelli rendano l’asset class meno rischiosa in caso di recessione?

 

Valentino Ceccherini

La qualità del mercato high yield europeo è in netto miglioramento da alcuni anni. A nostro avviso, questo trend si è consolidato nel recente passato grazie a costi di finanziamento particolarmente bassi per scadenze relativamente lunghe (infatti la maturity wall rimane piuttosto scarna anche nel prosieguo del 2023).

Oggi, con stime di default in aumento e un contesto macroeconomico che non facilita l’accesso al mercato, riteniamo il posizionamento rispetto al rischio di credito il più grande argomento di dibattito per il mercato HY nel 2023.

La capacità delle società europee di aver migliorato i propri fondamentali rappresenta senza dubbio un elemento di discontinuità col passato da leggere in senso positivo in un contesto recessivo. E, nonostante si possano trovare similitudini con downward cycle del passato (2012-13 per esempio), guardiamo al mercato HY di oggi con più fiducia.

Visti gli attuali livelli di rendimento offerti dagli HY bond, quali duration, settori e aree geografiche, tendete a privilegiare all’interno dei vostri portafogli?

Stiamo vivendo una fase di mercato anomala, dove le curve risk free sono inclinate negativamente nel tratto 2-10 anni. Mentre negli spread di credito il premio per il rischio duration, seppur presente, non è significativo. La nostra idea perciò è quella di privilegiare uno stile “quality” creando un mix tra i migliori crediti per fondamentali, con balance sheet più capienti e alcune bet nei settori più legati al ciclo economico (come auto manufacturers) rimanendo al contempo underweight sul real estate.

Troviamo che nel bucket BB gli spread più attraenti si trovino nella “belly” della curva (segmento 3-5 anni) e che il premio al rischio offerto dal mercato per scendere sulle single B con scadenza più lunga non sia adeguatamente remunerato. Stesso ragionamento applicato al contesto delle CCC che, nonostante valutazioni apparentemente attraenti, in coerenza con la nostra più ampia visione sul rischio di credito, preferiamo sottopesare.

 


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Stefania Basso

Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.