Intervista a Marco Deroma, presidente di Efpa Italia
A due mesi dalla fine di questo 2023 possiamo già fare un primo bilancio? Che anno è stato per Efpa Italia?
«Possiamo dire che per Efpa Italia è stato un anno di consolidamento, nel corso del quale si sono poste le basi per ampliare l’offerta a favore dei professionisti certificati e non. La Fondazione vuole infatti essere sempre propositiva con il mercato e offrire nuove opportunità per qualificare le proprie competenze, in ottemperanza ai principi che guidano l’attività di Efpa Europe, cui è affiliata. Questi principi sono fondati sulla standardizzazione delle conoscenze del professionista della consulenza finanziaria, ovunque esso operi in territorio europeo, in una condizione omogenea e con precisi standard di mercato. Il risultato è senz’altro soddisfacente: chiuderemo l’anno sfiorando i 10.800 professionisti certificati ripartiti tra le quattro certificazioni Efa, Efp, Eip, Esg, con un tasso di crescita che lascia ben sperare per raggiungere l’obiettivo dei 12 mila certificati che si è dato l’attuale consiglio d’amministrazione in avvio del suo secondo mandato, lo scorso anno».
Quali certificazioni sono maggiormente richieste dagli operatori dei servizi di investimento in questo momento?
«Sta registrando ampia affluenza l’ultima delle certificazioni lanciate sul mercato dalla Fondazione: l’Esg advisor, interamente dedicata alla finanza sostenibile. Nel 2023 sono già più di 30 le sessioni d’esame svolte per questo livello di certificazione e oltre 130 dal 2021, anno della sua introduzione; questi numeri hanno permesso di raggiungere a oggi il numero di quasi 5 mila professionisti in possesso di tale qualifica. Sono dati importanti, che pongono Efpa Italia al primo posto tra le affiliate di Efpa Europe per numero di certificazioni Esg rilasciate. Per oltre 1.500 di loro, inoltre, l’Esg è un add-on della qualifica standard Eip, Efa ed Efp e ciò contribuisce anche alla crescita complessiva del numero di certificazioni che quest’anno arriverà a superare ampiamente le 12 mila unità. Con questa certificazione, Efpa ha saputo rispondere proattivamente alle esigenze del mercato della consulenza e si è fatta trovare pronta alle modifiche della Mifid II in materia di Esg, che hanno introdotto l’obbligo di inserire nella valutazione di adeguatezza anche l’assesment di sostenibilità. Su questo tema va evidenziato anche il lavoro svolto da Efpa Europe, in ottemperanza agli orientamenti Esma, per implementare i programmi delle certificazioni standard con alcuni contenuti base sulla finanza sostenibile e gli investimenti Esg. Di concerto si è mosso il Comitato scientifico di Efpa Italia per recepire questa integrazione nei relativi syllabus di certificazione locali, con gli opportuni adeguamenti connessi al contesto normativo e professionale italiano. Un lavoro che si è concretizzato in questo anno con l’entrata in vigore dei nuovi programmi e l’erogazione delle relative sessioni d’esame».
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Redazione
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