Oggi, martedì 28 novembre, si tiene la diciannovesima edizione del forum Aipb (Associazione italiana private banking), dopo un anno di forte ripresa dei mercati, ma comunque pieno di incertezze e difficoltà.

L’industria in Italia continua a crescere: per fine anno gli asset in gestione sono previsti a quota 1.076 miliardi di euro, con un incremento dell’8,2% rispetto al 2022. A questa performance ha contribuito con il +5,3% la raccolta netta, a testimonianza di un’elevata soddisfazione da parte della clientela. Questo dato è confermato anche da una ricerca effettuata dalla stessa Aipb, in cui si evidenzia che l’89% di coloro che investono con gruppi private è soddisfatto; si tratta del valore più alto mai rilevato. Solo nel 2017 esso si attestava al 79%.

Va detto, però, che oggi c’è un enorme problema di passaggio generazionale: l’Italia è un paese con una piramide demografica caratterizzata da una popolazione molto anziana, la cui forma, però, è ancora più estrema nella distribuzione della ricchezza. Infatti, solo il 9% degli Aum che fanno capo all’industria sono detenuti da persone che hanno 44 anni o meno, mentre un altro 11% è posseduto dalla fascia 45-54 anni. Il rimanente 80%, dunque, è attribuibile a chi ha passato la soglia dei 55, mentre il 55% è nelle mani di coloro che hanno almeno 65 anni.

Di conseguenza, se si osserva l’orizzonte temporale sul medio periodo si può notare che è in corso un enorme processo di passaggio generazionale, destinato inevitabilmente a intensificarsi. L’Aipb stima che entro il 2028 passeranno di mano attività per 180 miliardi di euro, mentre alla scadenza del 2033 il totale dovrebbe salire a 300. In particolare, a beneficiare del fenomeno sarà la fascia di clientela di 45-64 anni, che rappresenta dunque la prossima generazione del mercato dei servizi private. Si tratta di un insieme che va curato con molta attenzione (pena la rapida perdita del rapporto) e che presenta una serie di esigenze che non sono solo finanziarie.

L’elemento primario delle persone ricche, infatti, rimane la protezione e la conservazione dei patrimoni, ma per raggiungere questo scopo è sempre più necessario operare con una consulenza onnicomprensiva, che non si limiti alle scelte di investimento. Ad esempio, l’Italia presenta tuttora un grado di penetrazione assicurativa del ramo danni agli ultimi posti in Europa, realtà che mal si concilia con un patrimonio immobiliare sempre più vecchio e una crescente presenza di eventi climatici estremi.


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Redazione

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