Fidelity International esprime una preferenza per l’equity (Usa e mercati emergenti, soprattutto Asia), rispetto ai bond, e per il credito Ig rispetto a quello Hy

Il 2023 ha avuto un’evoluzione imprevista, ma il 2024 si presenta come un anno imprevedibile. Con questa premessa, Donatella Principe, director market and distribution strategy, ha aperto la presentazione dell’outlook 2024 di Fidelity International lo scorso 23 gennaio. Alla riunione ha partecipato anche il country head, Cosimo Schinaia.
Nel 2023 la recessione anticipata dagli economisti non è avvenuta, così come il taglio dei tassi d’interesse da parte delle banche centrali. Di fatto, ci si è trovati dinnanzi a un’attività economica che si è rivelata resiliente e un mercato del lavoro che, dopo 21 mesi dall’inizio dell’inasprimento della politica monetaria, negli Stati Uniti fa registrare un tasso di disoccupazione sotto il 4% da 23 mesi consecutivi e anche in Europa mostra di tenere.
Eccesso di ottimismo
Il 78% degli analisti prevede, nel 2024, un atterraggio morbido dell’economia o, addirittura, un “no landing”. In tale scenario, l’aspettativa del mercato è di una politica monetaria molto espansiva che, nella fase finale dello scorso anno, si è tradotta in un vero e proprio rally dei bond e degli indici in generale, per poi correggere all’inizio di quest’anno. Emerge, come rileva Fidelity International, un ottimismo di fondo quasi si stesse per materializzare uno scenario da “Goldilocks” che risulta incongruente con un’economia che è, nel migliore dei casi, prevista in rallentamento e con un’inflazione che potrebbe scendere molto più lentamente di quanto il mercato non si attenda. Basterebbe leggere con attenzione, sostiene sempre l’asset manager, le dichiarazioni dei vari componenti delle banche centrali che, in merito al cambiamento della politica monetaria, risultano assumere un atteggiamento di cautela. Sempre l’asset manager si chiede come sia possibile che nel 2023 il mercato si aspettasse solo due tagli dei tassi in uno scenario recessivo e ora ben cinque in un contesto di soft landing o “no landing”?

I tempi di trasmissione della politica monetaria
Per spiegare la relativa tenuta del tessuto economico nel 2023, Fidelity International invita a riflettere sui meccanismi di trasmissione della politica monetaria e su come sia necessario del tempo prima che questi abbiano un impatto sull’attività reale, ben differenziando il caso americano da quello europeo per il diverso ruolo del mercato dei capitali: il 90% delle aziende del Vecchio continente si rifinanzia attraverso il canale bancario, mentre negli Stati Uniti è solo il 25%. La presenza di grandi disponibilità liquide e l’indebitamento a tassi fissi (in particolare in Usa) ha permesso, in prima battuta, di assorbire l’inasprimento dei tassi da parte, sia delle famiglie, sia delle imprese, che hanno addirittura visto scendere i costi netti di servizio del debito. Tuttavia, dopo due anni di aumento, l’effetto cuscinetto dello stock di debito e delle politiche fiscali espansive si sta esaurendo e i nuovi flussi di debito -devono essere prima o poi rifinanziati ai più punitivi tassi di mercato. Non è forse un caso che negli Stati Uniti il numero di aziende che falliscono è in salita e le famiglie stanno attingendo ai loro risparmi per sostenere la spesa. Un altro aspetto che ha, probabilmente, aiutato a sostenere l’attività economica è l’andamento dei tassi di mercato che, a dispetto delle decisioni da parte delle autorità monetarie, hanno iniziato a scontare in anticipo il pivot.
Higher for longer
Ma il pivot, sottolinea Fidelity International, non significa politica monetaria espansiva ed è presumibile supporre che non solo l’inflazione non raggiungerà nel breve il target delle banche centrali, ma che anche nei prossimi due anni il livello del costo del denaro rimarrà più restrittivo di quanto non sia attualmente atteso dal mercato. Inoltre, non va dimenticato che, sia la Fed, sia la Bce continueranno il Quantitative Tightening. L’inflazione è scesa ma, da qui in poi, c’è da attendersi molta più volatilità nei dati e non è escluso che vi possano essere degli incrementi, anche se temporanei. A tale proposito è stato ricordato quanto le variabili geopolitiche possano influire, sia sul sentiment, sia sui prezzi dei prodotti e dei servizi. Le tensioni nel canale di Suez sono un campanello di allarme che deve essere seguito con molta attenzione.
Crescita disomogenea
L’asset manager ritiene che nel 2024 ci sarà una recessione ciclica, ossia breve come durata e leggera come intensità. La crescita sarà disomogenea, da un punto di vista geografico, e sarà guidata dai paesi emergenti, in particolare dalla regione asiatica (67% di contributo al Pil mondiale), Cina in testa. In merito a quest’ultimo paese, è stata sottolineata l’importanza del diverso modello di gestione dell’economia introdotto nel 2020, cross-ciclico, che richiede tempo perché possa consolidarsi. La crisi nel settore immobiliare pesa sulla crescita del Pil e sulla situazione dei governi locali, non vi è ombra di dubbio, ma è stato il governo che ha deciso di fare scoppiare una bolla che, altrimenti, avrebbe potuto avere conseguenze ben peggiori. Un piano di salvataggio incrementale e l’assenza del bazooka esprimono la volontà della leadership di proseguire nella fase di transizione del modello di crescita.
L’anno in corso è anche un anno elettorale: il 40% della popolazione globale sarà chiamata alle urne. Tradotto in altre cifre, si tratta del 60% del Pil e dell’80% della capitalizzazione di mercato.
Non resta che seguire con molta attenzione l’evoluzione della situazione, in particolare in Usa e in Eurozona.
In uno scenario di particolarmente difficile lettura, con variabili geopolitiche più che mai presenti, Fidelity International suggerisce, tatticamente, una maggior assunzione di rischio prestando però particolare attenzione alla qualità e alla valutazione degli strumenti finanziari in cui si investe. In termini di asset class, l’asset manager esprime una preferenza per l’equity (Usa e mercati emergenti, soprattutto Asia), rispetto ai bond, e per il credito Ig rispetto a quello Hy.
Pinuccia Parini
Dopo una lunga carriera in ambito finanziario sul lato, sia del sell side, sia del buy side, sono approdata a Fondi&Sicav

