A colloquio con Oscar Soppelsa – Portfolio Manager, Equity di Quaestio SGR

 

Negli ultimi anni, le small cap Usa non hanno tenuto il passo delle large cap. Credete che in futuro possano materializzarsi condizioni più favorevoli al segmento dei titoli a bassa capitalizzazione?
Oscar Soppelsa

I tempi della politica dei tassi a zero sono verosimilmente ormai alle spalle. E, allo stesso modo, è alle spalle anche quel periodo che ha sostenuto un’ampia rivalutazione dei multipli di business ad elevata crescita potenziale e in fase iniziale di sviluppo, ma anche senza fondamentali solidi.

L’attuale regime di tassi più elevati richiede di concentrarsi sul modo in cui il fatturato si trasformerà in flussi di cassa a breve termine. In questo contesto, un dato che non depone certo a favore delle small cap Usa è che, rispetto alle large cap, vi è una quota molto più elevata di società che non riescono a generare profitti positivi, soprattutto in Usa.

Questo per varie ragioni: la presenza di forti economie di scala, dinamiche di globalizzazione e una diversa composizione settoriale. Ma anche escludendo le società non profittevoli, le large cap Usa hanno ampliato il loro premio di valutazione rispetto alle small cap per un buon motivo: tassi di crescita di fatturato e profitti più elevati. Quindi, a meno di cambiamenti molto importanti nelle politiche fiscali con un potenziale nuovo governo Trump, non vediamo un’inversione di questa dinamica nel prossimo futuro.

In quali settori dell’economia Usa ritenete si possano individuare le migliori opportunità per investire nelle small cap?

Nel 2024, si prevedono ottime opportunità di investimento in settori specifici come lintelligenza artificiale, veicoli a guida autonoma, commistione tra lusso e mondo digitale, innovazione tecnologica nell’ambito alimentare, automazione industriale, semiconduttori, farmaci innovativi e biotecnologie.

La ricerca dei migliori titoli in grado di cavalcare queste tematiche si può sovrapporre ad una marcata esposizione fattoriale – in particolare ai fattori Quality, Momentum e Growth se vogliamo fare riferimento a una classificazione accademica classica – e in questo particolare frangente restiamo convinti che i primi due siano particolarmente adatti per gli investimenti di lungo termine se gestiti con le dovute precauzioni.

In un contesto di tassi d’interesse non nulli e di incertezza macroeconomica, gli investitori probabilmente premieranno le aree del mercato con chiara visibilità sulla crescita del fatturato e una cristallina traduzione dello stesso in flussi di cassa a breve termine.

 


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Redazione

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