Sebbene a 40 anni e con 17 anni di esperienza come consulente finanziario alle spalle non si possa più definire tanto giovane, Giuseppe Gambacorta è coordinatore del Comitato nazionale Anasf giovani.

In realtà, vista l’età media degli advisor in Italia, è praticamente un ragazzino. Soprattutto segue per l’Associazione dei consulenti finanziari uno dei problemi vitali per l’intera professione: svecchiare i ranghi di un mestiere che sta diventando sempre più importante e che ha un ruolo sociale crescente, ma che ha grossi problemi ad attirare nuove forze. Le stesse società mandanti vedono questo tentativo con grande interesse.

In realtà il lavoro del comitato è abbastanza recente, anche se la fondazione risale al 2018: solamente da poco più di un anno è partita una serie di iniziative di aiuto a coloro che iniziano da zero. Inoltre è sempre più forte e di reciproco interesse il rapporto con le società mandanti.

Comitato giovani di Anasf: è stato costituito nel 2018, ma in realtà funziona da poco più di anno…

«Sono stato nominato coordinatore a febbraio 2023, ma il Comitato nasce nel 2018. Negli anni precedenti la mia nomina c’era stata la pandemia e nei primi tempi il Comitato ha lavorato con il Covid. Il fatto di operare a distanza e i decreti emergenziali hanno reso molto difficile portare avanti gli impegni e il programma. A fine 2022 abbiamo ripreso in mano il dossier e, grazie anche al lavoro da noi svolto, nel 2023 il 37% delle nuove iscrizioni all’Associazione era rappresentato da under 41».

Qual è il vostro target di professionisti?

«La nostra mission è rivolgerci ai consulenti giovani, intendendo con ciò che 40 anni sono il confine. Quando ragionavamo sull’età, i professionisti under 30 a fine del 2020 erano il 2% ed erano chiaramente una parte troppo ristretta degli associati. Spostando la definizione di giovani a 40 anni, si saliva all’11-12% e c’era di conseguenza la massa critica per creare una sezione. Quindi il Comitato si occupa dei consulenti finanziari che non hanno ancora compiuto 41 anni. Oggi gli under 30 della categoria rappresentano il 3,5%. Abbiamo fatto passi in avanti, ma la strada è ancora lunga: la percentuale della popolazione italiana under 30 è il 5%».

In concreto che cosa fate?

«Con Anasf cerchiamo di parlare in ogni occasione possibile di risparmio e della professione alle lezioni svolte con le ultime classi delle scuole superiori in cui raccontiamo come si gestisce correttamente il denaro. Occasioni in cui i ragazzi comprendono come quello del consulente finanziario sia un bel percorso di carriera.  Il progetto “economic@mente – Metti in conto il tuo futuro” viene erogato dall’Associazione dal 2009. Inoltre, è continuo il dialogo con le università dove organizziamo e partecipiamo ai career day, a partire dal corso con indirizzo “consulente finanziario” dell’Università di Teramo. I laureandi si trovano meglio a interloquire con professionisti a loro più vicini anagraficamente e tutti i componenti del Comitato Anasf giovani sono persone che hanno appena fatto il loro ingresso nel mondo del lavoro e che soprattutto conoscono bene i problemi dell’inizio, difficoltà che spesso chi è maturo dimentica.  Un altro sostegno importante è costituito dalle borse di studio, come la “Ivo Taddei” e la “Aldo Vittorio Varenna”, quest’ultima erogata insieme con J.P. Morgan Am: si tratta di contributi per lauree a indirizzo economico e corsi formativi per neoconsulenti finanziari.  L’Anasf si occupa di tutte le esigenze di un consulente in materia tributaria, legale e fiscale e in tanti altri settori, mentre il focus della sezione giovani è tarato sui problemi che può avere un ragazzo o una ragazza. Offriamo anche un aiuto concreto, come rimborsi sulla quota associativa da reinvestire in formazione o convenzioni dedicate con giornali di settore e strumenti specifici della professione».

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