La strategia d’investimento di ODDO BHF AM presentata da Philippe Vantrimpont, portfolio manager

 

QUADRO MACRO

Una decelerazione senza recessione, cui è attribuita una probabilità del 30%, è lo scenario macro che ODDO BHF AM si attende nei prossimi quattro mesi. Nel 2025, l’asset manager prevede un rallentamento economico, guidato in particolare da Stati Uniti e Cina, con l’Eurozona, invece, che dovrebbe conoscere una più vivace attività economica.

Philippe Vantrimpont

Questo è il contesto che fa da sfondo alla strategia d’investimento della casa presentata da Philippe Vantrimpont, portfolio manager di ODDO BHF AM, durante un incontro con la stampa.

Il maggiore ottimismo nei confronti del Vecchio continente viene ascritto a un mercato del lavoro più dinamico (a differenza degli Usa dove viene riscontrata una situazione più critica), alla discesa dell’inflazione che dovrebbe restituire maggiore potere d’acquisto ai consumatori, che possono ancora attingere ai risparmi accumulati durante la pandemia.

Il processo di disinflazione è previsto continuare negli Usa e in Europa, alimentando così le aspettative per un ulteriore taglio dei tassi d’interesse. E, secondo il portfolio manager, le due maggiori Banche centrali stanno dando una chiara risposta in questo senso, soprattutto in America dove la politica monetaria viene considerata troppo restrittiva.

INCOGNITE POLITICHE…

A livello politico, l’appuntamento elettorale americano presenta una grande incognita. Ma chiunque sia il vincitore, non sono previste manovre fiscali che possano andare nella direzione di una significativa riduzione del disavanzo o del debito pubblico.

Tuttavia, il nuovo inquilino/a della Casa Bianca potrebbe altresì adottare delle misure in ambito di politica estera e commerciale con degli impatti a livello mondiale. Ma è difficile fare delle ipotesi in tale ambito, visto che non è ancora chiaro quale sarà la composizione del Congresso.

La situazione, da questo punto di vista, non appare rosea neppure in Francia, con un’Assemblea nazionale molto frammentata e un assetto politico in bilico che fa emergere il rischio di una potenziale crisi fiscale. Anche la Germania sta attraversando un periodo delicato che mette sotto pressione l’attuale coalizione governativa.

Ciò che preoccupa maggiormente, però, è la situazione economica: dal 2022 il Paese non cresce e la tipologia del modello di sviluppo comincia a mostrare dei problemi.

E GEOPOLITICHE

Il quadro, secondo ODDO BHF AM, rimane complessivamente positivo: l’economia rallenta, ma non va in territorio negativo, e i tassi scendono perché la disinflazione continua. L’unica incognita negativa è la situazione geopolitica che, in quanto tale, è difficile da predire: i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente continueranno a essere una spada di Damocle per i mercati.

TRE PILASTRI

Fatta questa debita premessa, Philippe Vantrimpont invita a considerare tre fattori che guideranno le future decisioni d’investimento.

Il primo è relativo a una graduale diminuzione della concentrazione che ha caratterizzato l’andamento delle borse azionarie, le cui valutazioni non sono giudicate esose: le aspettative sono che l’interesse degli investitori si allarghi ai titoli che sono stati negletti e riequilibrare, in questo modo, il mercato.

Nello specifico, la rotazione potrebbe riguardare quei settori che sino a ora sono stati dimenticati: le utility, l’immobiliare, l’edilizia e i consumi primari. Di fatto, già da questa estate si può notare che l’S&P500 sta sottoperformando lo stesso indice ma equiponderato.

Guardando alle valutazioni, particolarmente attrattivi appaiono i mercati emergenti e le piccole capitalizzazioni nel Regno Unito. A livello di temi, che dovrebbero essere presenti nei portafogli sono: l’intelligenza artificiale e la green economy.

Il secondo è la duration. ODDO BHF AM ritiene che la maggiore parte dei tagli dei tassi sia già stata scontata dal mercato. E, per tale ragione, sarebbe meglio concentrarsi sulle obbligazioni societarie. La curva dei tassi, se considera quanto sconta a un anno, è ritornata positiva: si sta quindi assistendo a una normalizzazione dei mercati obbligazionari. Tuttavia, guardando alle scadenze molto lunghe (10-30 anni), è difficile pensare che vi possa essere una discesa dei rendimenti.

Il terzo fattore sono le strategie di carry, perché visto ciò che si attende in termini di politica monetaria, possono fornire un reddito stabile, mitigando al contempo una parte dei rischi di ribasso. Nello specifico, vengono privilegiate le obbligazioni investment grade. Il credito Hy continua a piacere, ma le scadenze entro un anno; il resto del mercato appare avere già prezzato parecchio, visto che negli ultimi cinque anni ha fatto meglio di tutte le altre asset class.


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Pinuccia Parini

Dopo una lunga carriera in ambito finanziario sul lato, sia del sell side, sia del buy side, sono approdata a Fondi&Sicav