Le comunicazioni all’interno delle aziende avvengono sostanzialmente sulla base di tecnologie digitali ancora tradizionali, ma, secondo Andrea Stefani, partner e ceo di Future, strumenti di tipo conversazionale, al posto delle tradizionali mail o di intranet, possono avviare un salto di qualità sul piano dell’efficienza.
Può fare una breve storia di Future e come è arrivata sviluppare i servizi conversazionali attuali?
«Future è un’azienda nata nella seconda metà del 2017, quando è iniziato lo sviluppo del nostro servizio, ed è arrivata sul mercato nella prima metà del 2020. Il nostro modello di business fin dall’inizio è stato incentrato sull’offerta di uno strumento di tipo conversazionale per gestire in maniera più rapida ed efficiente i flussi di comunicazione all’interno del management delle imprese e con i clienti. In pratica abbiamo costruito un’applicazione di chat, nella sua struttura generale, non così differente da sistemi come Whatsapp e Telegram, ma con incastonato un numero progressivamente crescente di microservizi».
Come mai avete deciso di operare in questo ambito?
«Moltissime società organizzano tuttora l’accesso alla propria conoscenza aziendale, all’insieme di database e ad altre informazioni attraverso architetture intranet, cui hanno accesso a vari livelli i dipendenti. Per sollecitare un’azione, la maniera più comune è ancora mandare un’email. Questo modo di operare personalmente lo definisco come una digitalizzazione superficiale, nella quale molte funzioni vengono svolte ancora offline con un’efficacia molto dubbia. Future tenta, invece, di trasferire queste modalità verso un modello che rifletta la realtà della rete di oggi, in cui una quota enorme di traffico viaggia attraverso le app conversazionali, che però non possono essere utilizzate per diverse ragioni all’interno di realtà aziendali di una certa dimensione: in molti casi sono le imprese stesse a vietarne espressamente l’uso per motivi di sicurezza, mentre il software fornito da Future si configura come una soluzione di proprietà del cliente, che peraltro può brandizzarlo come desidera e, altrettanto liberamente, integrarlo con le proprie piattaforme, quali ad esempio i Crm, in maniera da potere completare molte tipologie di flussi: pensiamo, ad esempio, alle autorizzazioni, che possono essere gestite in termini molto più efficienti rispetto ai modelli solo nominalmente digitali oggi ancora prevalenti».
Possiamo fare qualche esempio concreto, in particolar modo collegato al mondo della gestione e della consulenza finanziaria?
«Senz’altro, anche perché proprio in questo settore ci sono diversi player che hanno adottato le soluzioni da noi proposte. Un utilizzo immediato può essere l’invio mattutino, nella finestra della chat, di una nota di ricerca dall’ufficio studi ai consulenti nelle varie aree, affinché possano comunicare ai loro clienti qual è il quadro dei mercati nell’immediato. La stessa procedura può essere implementata per quanto riguarda un recap serale delle variazioni nelle linee di gestione patrimoniale. Ciò si configura come un elemento di primaria importanza in un’attività come quella della consulenza finanziaria, che vede spesso i professionisti fuori ufficio per incontrare i clienti. Altri usi possono riguardare l’ambito del marketing».
Può approfondire quest’ultimo punto?
«Immaginiamo che una società di consulenza finanziaria voglia testare, per una Sgr con cui c’è una partnership, i possibili obiettivi di raccolta di un nuovo fondo. La documentazione rilevante può essere spedita alla rete immediatamente tramite la app di Future, con i file che rimangono a disposizione nella bacheca della chat. I consulenti a loro volta possono sondare con i loro investitori il possibile interesse per il nuovo strumento. In questa maniera, si snellisce, si velocizza e si rende più precisa l’intera filiera del pre-marketing di nuovi prodotti».
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Boris Secciani
Nato a Bologna nel 1974, a Milano ho completato gli studi in economia politica, con una specializzazione in metodi quantitativi. Ho cominciato la mia carriera come broker di materie prime negli Usa, per poi proseguire come trader sul forex. Tornato in Italia ho partecipato come analista e giornalista a diversi progetti. Sono in FONDI&SICAV dalla sua fondazione, dove opero come Responsabile dell'Ufficio Studi. I miei interessi si incentrano soprattutto sul mondo dei tassi di interesse e del reddito fisso, sulla gestione del rischio di portafoglio e sull'asset allocation.

