View d’investimento di Eurizon
L’attenzione dei mercati si concentra sull’avvio del mandato di Trump. A dispetto dei toni verbalmente aggressivi, le misure con maggiore impatto economico finora sono state solo annunciate e sempre nell’ottica di forzare una negoziazione con i diversi Paesi.
Nessun provvedimento, per ora, nei confronti dell’Europa, dove l’eventualità di una maggiore spesa pubblica, soprattutto per la difesa, migliora le prospettive di crescita dell’area. Positiva per l’Europa anche l’accelerazione del dialogo USA – Russia sulla guerra in Ucraina.
I progressi della Cina sull’intelligenza artificiale (caso DeepSeek) hanno tolto forza al settore tecnologico USA, favorendo, però, un allargamento del mercato azionario in senso geografico e settoriale.
I dati macro confermano il buono stato di salute dell’economia USA e i segnali di miglioramento dell’attività in Eurozona. L’inflazione USA è risultata sopra le attese in gennaio, giustificando la pausa della Fed nel taglio dei tassi (i future del mercato monetario scontano un solo taglio nel 2025).
La BCE ha tagliato i tassi anche a gennaio ed è attesa proseguire nelle prossime riunioni, portando i tassi a breve al 2% attorno a metà anno.
I risultati della reporting season USA del quarto trimestre sono stati decisamente buoni. Gli utili delle società USA sono saliti del 12% su base annua, ben al di sopra del 7% delle stime di inizio stagione, segnando la maggiore crescita da fine 2021.
Degli 11 settori dell’indice S&P 500, 9 hanno riportato profitti superiori a quelli dell’anno precedente, a partire dai numeri a doppia cifra dei finanziari, dei communication service e dei consumi discrezionali. Profitti in calo invece per energia e materie prime. La percentuale di società che ha battuto le stime è superiore alla media storica e alla precedente stagione.
I risultati riflettono una continua ripresa dell’economia, a cui si è aggiunta la maggiore domanda volta ad anticipare l’introduzione delle tariffe. Il dollaro forte è stato invece un elemento di freno per le vendite.
Migliore delle attese anche la stagione degli utili in Europa. Le maggiori sorprese al rialzo hanno riguardato il fatturato, che ha beneficiato di una forte spinta dal cambio. Sorprese positive sono arrivate anche dagli utili dei finanziari e dei farmaceutici. Restano invece in compressione i margini di profitto nei settori ciclici, che risentono della crescita debole.
I profitti globali sono attesi in crescita solida in tutti i prossimi tre anni.
Negli USA, gli analisti stimano una crescita degli utili robusta, al 12% quest’anno e in ulteriore rialzo, al 14%, nel 2026. Le stime sul 2025 sono state riviste al ribasso, ma in linea con le medie storiche. Le imprese riportano un crescente ottimismo per le attese di politiche pro-crescita, di deregolamentazione e di tagli fiscali. Sulle tariffe, le imprese segnalano di essere meglio attrezzate per affrontarle, rispetto al 2018. Le società sono meno preoccupate delle tariffe e più attente alle prospettive per la crescita economica.
In Eurozona, dopo un 2024 di crescita allo 0%, gli utili sono attesi in rafforzamento all’8%
quest’anno e all’11% nel 2026. A differenza degli USA, le stime sono state riviste al rialzo. Gli utili aziendali dovrebbero beneficiare del dollaro forte, dei tagli dei tassi BCE, mentre è atteso proseguire il momentum positivo sui finanziari e i tecnologici.
Nei Mercati emergenti, le attese sono di una crescita stabile vicina al 13% nei prossimi due anni. La crescita degli utili quest’anno è attesa poco sopra l’8% in Giappone (indice Topix) e tra il 9% e il 10% nel 2026 e nel 2027.
Dall’inizio della stagione degli utili (metà gennaio), la performance delle attività di rischio è stata positiva, con entrambi gli indici S&P 500 ed EuroStoxx su nuovi massimi assoluti. I buoni risultati aziendali hanno offerto un sostegno importante alla salita dei mercati.
L’elemento di novità è stata la migliore performance dell’Europa rispetto agli USA.
Le borse europee hanno beneficiato del cambio debole, dei tagli dei tassi BCE, del posticipo delle tariffe minacciate dall’amministrazione Trump (e dell’idea che siano uno strumento negoziale), delle attese per un prossimo governo tedesco più orientato alla crescita e dei primi passi verso possibili negoziati di pace nel conflitto Russia-Ucraina.
Negli USA, l’andamento del mercato è stato pressoché laterale, in un quadro che vede rischi al rialzo per l’inflazione e la Fed mantenere i tassi stabili. Ci sono stati, inoltre, due episodi di volatilità: uno innescato dal nuovo modello di intelligenza artificiale cinese a basso costo, DeepSeek (che ha sollevato interrogativi sulle valutazioni del settore tecnologico USA) e l’altra dalla minaccia di tariffe a Canada e Messico (dopo l’entrata in vigore di quelle verso la Cina).
Le valutazioni (rapporto prezzo/utili) dei mercati a inizio 2025 restano elevate dopo il forte rialzo delle borse del 2024, superiore alla crescita degli utili.
Negli USA, le valutazioni restano tirate, ma hanno smesso di salire da dicembre, per effetto di quotazioni pressoché laterali.
L’accelerazione al rialzo della borsa dell’Eurozona (indice EuroStoxx su massimi assoluti) ha portato invece le valutazioni in aumento, al di sopra delle medie storiche. L’indice EuroStoxx recupera però solo in minima parte il gap valutativo verso l’indice S&P 500.
Si mantengono invece poco sotto le medie storiche le valutazioni dei Mercati emergenti e del Giappone.
I mercati azionari si sono portati piuttosto avanti nello scontare la crescita degli utili futuri. Ciò li espone a potenziali fasi di temporanea volatilità. Il proseguimento del ciclo economico però rappresenta un elemento favorevole alle imprese e alla crescita degli utili. E può offrire supporto al movimento di rialzo delle quotazioni azionarie.
Redazione
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