A colloquio con Junichi Inoue, Head of Japanese Equities di Janus Henderson

 

Sembra che gran parte del recente rialzo delle azioni giapponesi in euro sia stato trainato dall’apprezzamento dello yen, piuttosto che da un effettivo miglioramento dei fondamentali aziendali. Per un investitore europeo, ha ancora senso continuare a investire in azioni giapponesi?
Junichi Inoue

I fondamentali sono effettivamente migliorati in modo significativo. Per l’anno fiscale che si concluderà a marzo, l’indice Topix dovrebbe crescere dell’8%.

Si prevede un livello di crescita simile anche per il prossimo anno fiscale. La buona crescita globale e la debolezza dello yen hanno favorito le aziende manifatturiere.

Nel mercato interno, i titoli finanziari stanno registrando una crescita a due cifre, sostenuti dal rialzo dei tassi della Bank of Japan. L’inflazione sta permettendo a molte aziende di ripristinare i margini e massimizzare i profitti.

Anche la riforma della governance aziendale sta accelerando, come dimostra il livello dei buyback. Per l’anno fiscale 25, i buyback sono aumentati del 70% rispetto all’anno precedente.

Ritengo che per gli investitori europei sia molto sensato investire in azioni giapponesi, in quanto si tratta di un modo più economico per beneficiare della crescita globale. Inoltre, gli investitori possono godere dei miglioramenti dell’economia nazionale e beneficiare di una riforma della governance indipendente da ciò che accade in Europa.

Credete che l’effetto combinato del rialzo dei tassi e delle politiche commerciali statunitensi, come i dazi imposti dall’amministrazione Trump, potrebbe indebolire la crescita economica giapponese?

In generale, i dazi hanno un impatto negativo sulla crescita globale. D’altro canto, l’aumento dei tassi di interesse in Giappone avrà probabilmente un impatto più positivo che negativo, poiché influisce in modo significativo sul comportamento dei consumatori e delle imprese.

Le persone si stanno rendendo conto che è meglio spendere ora piuttosto che rimandare le decisioni. Per la prima volta da decenni, le imprese sono riuscite a ripristinare i propri margini.


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Stefania Basso

Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.