Sta tornando un ambiente in cui possono funzionare più settori e regioni, e che richiede quindi diversificazione. Josh Nelson, Head of Global Equity, e Scott Berg, Portfolio Manager, Global Equity, T. Rowe Price

 

Al di fuori dei mercati emergenti, i titoli europei hanno sovraperformato quelli statunitensi quest’anno e sembrano ben posizionati per continuare a farlo. Le azioni europee sono scambiate con rapporti prezzo/utili inferiori rispetto alle loro controparti statunitensi ehanno maggiori probabilità di beneficiare di un taglio dei tassi della banca centrale. La decisione della Germania di porre fine al suo lungo freno al debito permetterà di aumentare gli investimenti e la spesa per la difesa, mentre la prospettiva di una riduzione degli scambi commerciali con gli Stati Uniti potrebbe convincere l’Unione Europea a introdurre le necessarie riforme.

Poiché l’inflazione statunitense rimarrà più elevata a lungo, i titoli value – che storicamente hanno sovraperformato i titoli growth in contesti inflazionistici – dovrebbero tornare a essere più competitivi. Settori value come l’energia, i materiali e gli industriali hanno storicamente registrato buone performance nei periodi di inflazione.

Le opportunità di diversificazione regionale si presenteranno soprattutto nei Paesi emergenti. Tra questi, l’India sembra ben posizionatadopo che i due mandati del primo ministro Narendra Modi hanno garantito una solida crescita economica, riforme e investimenti. Con la sua grande economia nazionale, guidata dai consumi interni, l’India è più isolata dalla volatilità legata ai dazi rispetto a molti dei suoi concorrenti e dispone di una massa critica sufficiente – misurata in termini di dimensioni economiche, infrastrutture, adozione del digitale ed espansione della classe media – per continuare il suo percorso di crescita. Sebbene le valutazioni dei titoli indiani rimangano elevate, la resilienza del mercato e i solidi fondamentali economici non dovrebbero essere sottovalutati in caso di opportunità di acquisto.

L’Argentina continua ad attirare l’attenzione grazie alle riforme in corso sotto la guida del presidente Javier Milei. Gli sforzi della sua amministrazione per equilibrare il bilancio e controllare l’inflazione hanno contribuito a trasformare le prospettive economiche dell’Argentina, che sono state ulteriormente rafforzate da un prestito di 20 miliardi di dollari da parte del Fondo Monetario Internazionale. Il premio per il rischio associato ai titoli argentini fa sì che questi rimangano valutati in modo interessante, offrendo sconti rispetto ad alcuni dei loro omologhi regionali. Anche i titoli indonesiani e dell’Arabia Saudita dovrebbero registrare una performance positiva, nell’ambito di un più ampio orientamento verso le azioni internazionali.

Tuttavia, altri Paesi, in particolare il Vietnam, dovranno affrontare un periodo un po’ più impegnativo per far fronte alle tensioni tra Stati Uniti e Cina.

Infine, sebbene il Giappone sia stato colpito più duramente dell’Europa dai dazi di Trump, data la sua maggiore dipendenza dalle esportazioni verso gli Stati Uniti, i titoli giapponesi appaiono sottovalutati rispetto agli standard storici e ai peer globali. I solidi fondamentali sottostanti del Giappone– tra cui un solido settore societario, alti tassi di risparmio, riforme di corporate governance in corso e il ritorno di un’inflazione positiva –saranno di supporto, in particolare se il Paese raggiungerà un accordo commerciale favorevole con gli Stati Uniti.

 


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Redazione

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