La ricerca “Private banking e imprese: un dialogo che crea valore”, realizzata da Aipb ed Ey, è stata presentata il 30 giugno a Milano presso la Fondazione Luigi Rovati

Il report si concentra su uno snodo cruciale: come trasformare la liquidità in progettualità, innovazione e nuovo capitale. La domanda è cogente visto che il tessuto industriale italiano è composto per la stragrande maggioranza da Pmi, di cui una gran parte sono a conduzione familiare.

UNA TIPOLOGIA DI CLIENTELA COMPLESSA

Secondo lo studio Aipb – Ey, ciò che distingue l’imprenditore rispetto ad altre tipologie di clientela private è l’elevata complessità del suo ecosistema: esigenze personali, familiari e aziendali si intrecciano lungo tutto il ciclo di vita dell’impresa. Attualmente, gli imprenditori, secondo i dati Aipb, rappresentano il 23% della clientela private e il 30% delle masse in gestione. Dall’Osservatorio Aipb  emerge una classe imprenditoriale che per il 53% si attende una crescita stabile, guidata più da fattori ordinari che da innovazione e discontinuità, con un orizzonte di pianificazione di circa un anno (67%), la cui figura di riferimento per lo sviluppo dell’attività è quella del commercialista. Emerge, inoltre, che l’autofinanziamento e l’utilizzo dei canali bancari sono più utilizzati per soddisfare il bisogno di capitale, mentre è scarsa la conoscenza di altri strumenti finanziari. Un analogo tipo di considerazione vale anche per la governance, che per gran parte è concentrata sulla famiglia, che per il 46% dei casi prende decisioni in autonomia, nonostante il buon assetto societario (51%). Infine, il 61% degli imprenditori intervistati non ha pianificato cosa succederà quando deciderà di lasciare la guida della propria azienda.

IL RUOLO DEL PRIVATE BANKER

La maggior parte degli imprenditori parla di questi argomenti con il proprio private banker. Da qui scaturisce la considerazione che quest’ultimo possa ricoprire un ruolo centrale come partner di fiducia, in grado di comprendere e accompagnare la complessità dell’intero ecosistema imprenditoriale, trasformando la consulenza da strumento finanziario a leva per la sostenibilità patrimoniale e la continuità d’impresa.

«Nel tempo, le imprese italiane hanno saputo distinguersi per una straordinaria capacità di adattamento, superando crisi complesse e conquistando posizioni di eccellenza a livello globale», ha dichiarato Andrea Ragaini, presidente di Aipb. «Come industria del private banking, abbiamo oggi l’opportunità – e la responsabilità – di affiancare gli imprenditori lungo l’intero ciclo di vita aziendale. Grazie a strumenti evoluti, a competenze trasversali e, soprattutto, al rapporto fiduciario che si consolida nel tempo tra private banker e imprenditore, siamo in grado di supportare anche le trasformazioni più profonde dell’impresa. (…) In un quadro di crescente complessità per l’imprenditore, il confronto con il private banking può fare la differenza lungo quattro direttrici chiave: favorire un’estensione dell’orizzonte strategico oltre il breve termine; mettere a disposizione dell’imprenditore competenze specialistiche e consulenza evoluta, anche in ambito di finanza straordinaria; contribuire a rafforzare la governance aziendale, promuovendo equilibrio e chiarezza nei rapporti tra famiglia e impresa; accompagnare con strumenti mirati il passaggio generazionale, assicurando continuità e aprendo nuove traiettorie di crescita».

Per Giovanni Andrea Incarnato, Italy Wealth & Asset Management sector leader di Ey, “In fase di crescita e consolidamento proteggere il valore prodotto nel lungo periodo è fondamentale, e questo può avvenire attraverso una pianificazione di investimenti sul lungo termine, con obiettivi precisi e le corrette coperture. Il passo successivo è costruire la continuità d’impresa, attraverso una corretta pianificazione successoria. In un contesto in cui le Pmi rappresentano l’ossatura dell’economia nazionale, il private banking ha l’opportunità di essere un partner strategico per l’imprenditore. Lo studio con Aipb dimostra che solo attraverso un modello di servizio integrato, una consulenza personalizzata e un forte investimento nelle competenze della rete, sarà possibile accompagnare le imprese nei momenti chiave del loro ciclo di vita, generando valore per l’intero sistema Paese”.

I lavori sono stati aperti da Andrea Ragaini (Presidente AIPB), a cui ha fatto seguito l’intervento di Piero Manzoni (Membro del Gruppo Tecnico Ambiente di Assolombarda, già Vicepresidente di Confindustria Cisambiente, Fondatore e Amministratore Delegato di Simbiosi, Consigliere di Amministrazione di Snam) che ha offerto una panoramica su visione e prospettive delle imprese. Giovanni Andrea Incarnato (Italy Wealth & Asset Management sector leader di Ey) ha illustrato i risultati del report. A seguire si sono svolte due tavole rotonde. La prima, dedicata al ruolo dell’industria private al fianco delle imprese, ha visto protagonisti Luca Bonansea (direttore divisione private banking & wealth management Bnl Bnp Paribas), Renato Miraglia (head of wealth management & private banking UniCredit), Fabrizio Greco (chief private & Wm officer Gruppo Bper e Ceo Bper Banca Private Cesare Ponti) e Paolo Tenderini (amministratore delegato Finint Private Bank). Nella seconda sessione, dedicata all’innovazione finanziaria come leva per la competitività, sono intervenuti Simone Ragazzi (portfolio manager Algebris Investments), Matteo Serio (direttore commerciale AcomeA Sgr) e Sergio Trezzi (managing director di Sienna IM).


Unknown's avatar
Redazione

La redazione di Fondi & Sicav è un team di esperti e appassionati di finanza, specializzati nell’analisi e nell’approfondimento di fondi comuni, SICAV e strumenti di investimento. Con un approccio chiaro e aggiornato, forniscono contenuti di qualità per guidare i lettori nelle scelte finanziarie più consapevoli.