‘Big’, ovverosia bond, international equity e gold per costruire un portafoglio resiliente e pronto a cogliere le opportunità. L’outlook per il secondo semestre a cura di AllianzGI

““Trump will make volatility great again” è stato il nostro commento di apertura dell’outlook di gennaio e così è avvenuto. Ma se è vero che la volatilità è arrivata sui mercati nella prima parte dell’anno, la direzionalità degli stessi è stata contenuta. Di fatto, se si osservano gli indici di borsa, si è tornati pressoché ai livelli antecedenti il “Liberation day” “. Con queste parole Enzo Corsello, country head per l’Italia di Allianz Global Investors, ha aperto la presentazione alla stampa sulla view dell’asset manager tedesco per la seconda parte dell’anno.

UN PORTAFOGLIO “BIG”

Allianz Global Investors si attende uno scenario di sostanziale tenuta dei tassi di crescita delle principali economie sviluppate, con una decelerazione fisiologica cui potrebbe seguire un’ulteriore fase di accelerazione, dove permangono rischi latenti di inflazione e frammentazione geopolitica. In tale contesto le indicazioni di investimento vertono sulla creazione di un portafoglio “Big”, acronimo che indica un’esposizione alle obbligazioni(“bond”), soprattutto europee, alle azioni globali (“international equity”), con un sottopeso moderato verso gli Stati Uniti, e all’oro (“gold”), come asset di decorrelazione.

Corsello ha argomentato che, nonostante un quadro generale con molte luci e ombre, dalla guerra commerciale ai conflitti in Medio Oriente e in Ucraina, cui si è aggiunto il cosiddetto “Sputnik moment” di DeepSeek ( e non è escluso che lo stesso possa succedere per Byd), le piazze finanziarie hanno dato maggiore peso alle politiche fiscali e monetarie accomodanti rispetto alle decisioni di politica commerciale della Casa bianca,  “prendendo tutto ciò che Trump afferma con beneficio d’inventario”.

RIMANE L’INCERTEZZA

“Si è passati da un’espansione credit-driven a una income-driven, trainata da una forte domanda grazie alla diminuzione della leva finanziaria all’interno del sistema privato e a un ritorno all’utilizzo della leva fiscale”, ha sottolineato Corsello, all’interno della quale potrebbe rimanifestarsi l’inflazione. Questo aspetto, insieme alla riconfigurazione delle catene produttive che creano pressione al rialzo sui prezzi, a politiche fiscali di stimolo che si traducono in un disavanzo e debito crescente, e alla situazione geopolitica sono gli elementi che connotano l’incertezza presente sui mercati.

DIVERSIFICAZIONE NELL’AZIONARIO

Allianz Global Investors ritiene che gli Stati Uniti rimangono un’area imprescindibile dove posizionarsi, ma le valutazioni azionarie elevate richiedono un’attenta selezione dei titoli, così come l’alta ponderazione all’interno degli indici globali suggerisce una maggiore diversificazione alla ricerca di valore in altri mercati. In Europa, una serie di misure adottate, con piani pubblici a sostegno delle infrastrutture e dei settori strategici, potrebbero favorire le imprese leader. Il riposizionamento sul Vecchio continente rimane una decisione reiterata alla luce del piano tedesco e alla decisione dei membri della Nato (Spagna esclusa) di aumentare al 5% del Pil la spesa per la difesa. Positivo è anche il giudizio per il settore delle infrastrutture. Sovrappeso anche per i mercati asiatici, dove l’azionario giapponese presenta valutazioni attrattive, e gli emergenti, con attenzione per le aziende tecnologiche e innovative in Cina.

BOND, IL CARRY RIMANE INTERESSANTE

Per quanto riguarda il mercato obbligazionario, Massimiliano Maxia, senior fixed income product specialist, non ha mancato di ricordare che: “Nonostante i timori crescenti sul debito pubblico, i mercati del reddito fisso sono rimasti all’interno di un trading range”. Inoltre, l’asset manager, guardando anche alla domanda degli investitori durante le ultime aste negli Stati Uniti, non pensa ci sia un problema di sostenibilità del debito. In termini di posizionamento nei portafogli, poiché è atteso che la curva dei rendimenti possa irripidirsi anche nella seconda metà dell’anno, sono preferiti i titoli governativi con una duration contenuta, soprattutto in Europa, e la componente corporate Ig, per l’extra rendimento offerto. L’esposizione al reddito fisso americano non è considerata di estremo interesse visto i livelli dei rendimenti offerti depurati dai costi di hedging del dollaro, che l’asset manager consiglia di coprire vista la possibilità di un ulteriore indebolimento. Le obbligazioni emergenti, invece, sono considerate un’opportunità d’investimento nei paesi dove i tassi reali sono positivi.

 


Unknown's avatar
Pinuccia Parini

Dopo una lunga carriera in ambito finanziario sul lato, sia del sell side, sia del buy side, sono approdata a Fondi&Sicav