Dalla crisi legata al Covid, Tikehau Capital ritiene che la creazione di valore economico si stia spostando dall’efficienza alla resilienza. In un contesto di de-globalizzazione e tassi più alti, aziende e governi puntano a rafforzare la propria solidità, riportare la produzione vicino ai mercati e investire massicciamente nella propria capacità di tenuta. «Cybersecurity, aerospazio e difesa sono settori strategici in questo scenario, essenziali per la sovranità europea, e vanno sostenuti attraverso il private equity», ha commentato Henri Marcoux, deputy ceo di Tikehau Capital.
LE SFIDE DELLA CYBERSECURITY
Secondo il gestore, l’esplosione dell’uso del digitale ha generato sfide enormi. Da un lato rappresenta una necessità per la modernizzazione, un vantaggio competitivo e un elemento chiave per lo sviluppo economico, dall’altro costituisce una straordinaria fonte di vulnerabilità se sistemi, utenti e dati non vengono adeguatamente protetti.
«Quando si parla di sicurezza informatica, il complesso panorama geopolitico europeo, con minacce che vanno dagli attacchi informatici da parte di hacktivist finanziati dagli stati alle crescenti preoccupazioni sulla sovranità dei dati, ha stimolato gli investimenti nelle aziende locali di sicurezza informatica», sottolinea Marcoux.
Questo trend, ritiene Tikehau Capital, è destinato ad accentuarsi ulteriormente, poiché si prevede che il numero di dispositivi connessi a livello globale raddoppierà: da 15,9 miliardi nel 2023 a oltre 32,1 miliardi nel 2030.
La composizione del settore
Il settore è composto per lo più da Pmi non quotate, spesso finanziate da fondi statunitensi, ma l’Europa sta emergendo come hub alternativo: c’è un’accelerazione sulla “digital sovereignty”, che punta a sviluppare tecnologie di sicurezza proprie per ridurre la dipendenza da fornitori tecnologici extra-Ue. A questo proposito, va ricordato che il mercato europeo della cybersecurity è in forte crescita: negli ultimi 10 anni, sono aumentati di 1,6 volte il numero di fondi attivi e di 12,5 volte gli importi investiti e nel solo 2024 sono state acquisite 134 aziende europee di cybersecurity, di cui il 71% da parte di soggetti europei, con un aumento del +19% rispetto al 2023.
PIÙ AEROSPAZIO E DIFESA
Il settore aerospaziale e della difesa ha un duplice impegno, con applicazioni, sia civili, sia militari.
Questa dualità favorisce l’innovazione, genera sinergie tra programmi e preserva competenze chiave. Oggi, sia la difesa, sia l’aviazione civile affrontano la stessa sfida: aumentare rapidamente i tassi di produzione per evadere ordini record: i portafogli ordini dei produttori sono ai massimi storici e la flotta mondiale di aerei è destinata a quasi raddoppiare entro il 2043. Per rispondere alla domanda, servono investimenti massicci nelle filiere produttive, oggi sotto stress per l’aumento del debito accumulato tra 2020 e 2022: il private equity può supportare il consolidamento e il potenziamento delle supply chain.
Il target Nato
Inoltre, dopo anni sotto il target Nato del 2% del Pil, nel 2024 la spesa media per la difesa in Europa è salita al 2,2%, con l’obiettivo condiviso di raggiungere il 3% entro il 2030. A ciò si aggiunge il piano ReArm Europe/Readiness 2030 della Commissione europea, che prevede la mobilitazione di 800 miliardi di euro in investimenti per acquisizioni congiunte, R&S avanzata e potenziamento della base industriale della difesa.
IL RUOLO DEL PRIVATE EQUITY
La sempre maggiore attenzione per la cybersecurity e la difesa, secondo l’asset manager, apre spazi significativi per il private equity, soprattutto a supporto di player industriali strategici, di filiere produttive da rafforzare, di campioni tecnologici da scalare, di intelligence e modernizzazione delle forze armate.
«La rapida digitalizzazione delle economie, la crescente complessità delle minacce informatiche e l’urgente necessità di espandere e modernizzare le capacità produttive dell’aerospaziale e della difesa sottolineano la necessità di investimenti strategici sostenuti. Il private equity potrebbe svolgere un ruolo chiave in questo contesto, fornendo il capitale flessibile e a lungo termine necessario per fare crescere le imprese promettenti, rafforzare le catene di approvvigionamento e accelerare l’innovazione, in particolare in un mercato in cui molte aziende ad alta crescita non sono quotate in borsa. Inoltre, questi investimenti potrebbero contribuire direttamente al rafforzamento della sovranità europea riducendo la dipendenza da attori esterni e incoraggiando la leadership tecnologica nazionale», rimarca Marcoux.
leggi il numero 177
Pinuccia Parini
Dopo una lunga carriera in ambito finanziario sul lato, sia del sell side, sia del buy side, sono approdata a Fondi&Sicav

Dalla crisi legata al Covid, Tikehau Capital ritiene che la creazione di valore economico si stia spostan