La politica dei dazi USA sta ridisegnando gli equilibri del commercio globale.

Con tariffe del 15% per l’Unione Europea, un pesante 39% per la Svizzera (escluso il farmaceutico) e un inatteso 50% per Brasile e India, Washington conferma un approccio protezionista e selettivo. Lo scontro con la Cina resta aperto, ma il rinvio delle decisioni a novembre lascia intravedere spiragli di compromesso.

L’Europa, pur colpita, ha limitato i danni rispetto ad altri Paesi, mentre Pechino diversifica le esportazioni puntando su qualità e intelligenza artificiale. In questo contesto emerge un nuovo ordine globale, caratterizzato da nazionalismo economico e crescente frammentazione degli scambi.

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Boris Secciani

Nato a Bologna nel 1974, a Milano ho completato gli studi in economia politica, con una specializzazione in metodi quantitativi. Ho cominciato la mia carriera come broker di materie prime negli Usa, per poi proseguire come trader sul forex. Tornato in Italia ho partecipato come analista e giornalista a diversi progetti. Sono in FONDI&SICAV dalla sua fondazione, dove opero come Responsabile dell'Ufficio Studi. I miei interessi si incentrano soprattutto sul mondo dei tassi di interesse e del reddito fisso, sulla gestione del rischio di portafoglio e sull'asset allocation.