Equity europeo. Il piano di investimenti tedesco, il premio al rischio per l’Ucraina e il ciclo politico francese sono i tre driver da non perdere di vista. Nadège Dufossé, CFA, global head of multi-asset, Candriam

Nadège Dufossé

Banche, assicurazioni, telecom, utilities e industria hanno dato una buona spinta rialzista all’equity europeo a partire da gennaio. Il mercato europeo è riuscito a sovraperformare Wall Street fino a giugno per poi cedere il passo al netto recupero statunitense. Lo stesso andamento è stato seguito dal mercato obbligazionario, con un progressivo restringimento del divario tra i rendimenti Usa e quelli tedeschi.

Tuttavia, crediamo che possano essere individuati tre driver in grado di alimentare le performance europee. Il primo è il piano di investimenti pubblici messo a punto dalla Germania. Per cercare di calcolarne gli effetti bisognerà prestare attenzione alla sua implementazione. Attualmente l’indice Dax presenta un ratio P/e di 15 e viene scambiato a una deviazione standard inferiore alla sua media storica rispetto agli Usa.

Il secondo driver è l’evoluzione del premio di rischio per quanto riguarda l’Ucraina. Qualsiasi de-escalation credibile ridurrebbe il premio di rischio macroeconomico e favorirebbe costi dell’energia più moderati in inverno.

Il terzo fattore è il ciclo politico della Francia. Lo shock provocato dall’impennata dello spread Oat/Bund ha innescato un de-risking sui titoli azionari francesi e un notevole incremento delle posizioni corte. I recenti sondaggi suggeriscono che la soglia di fiducia per gli investitori internazionali si attesta ben al di sopra dei 100 punti base; in altre parole, i livelli attuali prezzano già cattive notizie in modo sostanziale. Il nostro scenario di base è meno drammatico, in quanto la situazione sembra gestibile per i mercati e la storia fiscale della Francia è politica piuttosto che sistemica.

Riteniamo quindi che sia giunto il momento di riprendere a investire nei titoli azionari europei, pur mantenendo un approccio selettivo.

I potenziali fattori di rischio per questa view positiva sull’equity europeo sono: un nuovo allargamento dello spread OAT-Bund; una chiara evidenza che il ritmo degli ordini in Germania stia rallentando oltre la fine dell’anno; oppure un significativo peggioramento dei dati sull’attività dell’area dell’euro che metta in discussione la tesi delle small e mid cap. In caso contrario, prevediamo che la situazione politica potrebbe portare le aziende ad avere più commesse in grado di generare utili. Questo potrebbe tradursi in una sovraperformance per alcune società selezionate, a multipli più interessanti rispetto alle omologhe USA.

 


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Rocki Gialanella

Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.