Usa, il settore privato ignora gli effetti dello Shutdown. Il sentiment e la guidance sull’andamento degli utili aziendali restano in territorio positivo. L’analisi a cura di Stefan Rondorf, Senior Investment Strategist, AllianzGI

 

 

Negli Stati Uniti il settore privato continua a macinare ottimi risultati. I colossi del settore tecnologico continuano a distinguersi per giganteschi piani di investimento e tassi di crescita. Un’analisi di Minack Advisors rivela che, nell’ultimo decennio, la quasi totalità della sovraperformance degli utili statunitensi rispetto al resto del mondo è ascrivibile alle magnifiche sette e ad altre poche grandi società del settore (tecnologiche e piattaforme.

L’avvicinarsi della stagione delle trimestrali ha evidenziato la pubblicazione di guidance positive sull’andamento degli utili aziendali e un sentiment favorevole. In quest’occasione non si è verificata neanche la consueta revisione al ribasso delle aspettative sugli utili che precede la stagione dei bilanci. Di conseguenza, l’asticella per eventuali sorprese positive si è alzata.

Spostando l’attenzione sul settore pubblico, il paese si trova in una situazione di Government shutdown che si verifica quando il Congresso non riesce a trovare un accordo per garantire i finanziamenti federali destinati ai servizi pubblici.

Le stime relative all’impatto sul Pil fotografano un calo dello 0,2%.

Il più lungo shutdown della storia si è verificato durante il mandato dell’attuale Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a cavallo tra il 2018 e il 2019, quando l’amministrazione federale è rimasta chiusa per 35 giorni.

La reazione dei mercati azionari è stata composta, confermando che Wall Street sembra oramai essersi abituata ad affrontare periodicamente questi blocchi

Tuttavia, in questa fase gli investitori dovranno rinunciare alla pubblicazione di indicatori chiave come quelli relativi al mercato del lavoro, all’inflazione e alle vendite al dettaglio.

Se lo shutdown si dovesse protrarre fino alla fine del mese, anche la Federal Reserve (Fed) disporrebbe solo di un insieme limitato di dati su cui basare la propria decisione sui tassi di interesse del 29 ottobre. Questo scenario accrescerebbe l’incertezza sull’effettiva realizzazione di un intervento sui tassi, oggi già quasi completamente prezzato dai mercati monetari.

 

 


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Rocki Gialanella

Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.