Thomas Mucha, stratega geopolitico di Wellington Management, analizza i possibili effetti del ritorno della geopolitica sul mondo degli investimenti

Cercare di leggere l’evoluzione del contesto geopolitico non è certo un lavoro semplice. Farlo pensando che possa essere d’ausilio nelle politiche d’investimento di un asset manager è un compito ancora più arduo, perché si tratta di affrontare aspetti il cui sviluppo è imprevedibile e non misurabile.
Tuttavia, il ritorno della geopolitica non può essere ignorato dall’industria del risparmio gestito: alcune dinamiche che si stanno aprendo sullo scacchiere internazionale possono essere ricondotte a temi d’investimento. Il ruolo di Thomas Mucha, stratega geopolitico di Wellington Management, è quello di offrire gli strumenti per interpretare determinati scenari e le loro implicazioni sulle decisioni d’investimento grazie ai suoi stretti contatti con i policymaker a livello globale appartenenti alle più importanti istituzioni, in particolare sui temi della sicurezza nazionale.
Un mondo che si sente più instabile
La sensazione di precarietà che si avverte nel mondo oggigiorno, per Mucha, è “riconducibile al ciclo geopolitico, che storicamente dura tra gli 80 e i 100 anni”. Incidentalmente, questa estate si è compiuto l’ottantesimo anniversario dalla fine della Seconda guerra mondiale: un periodo di relativa stabilità e di pace, dove il confronto tra le grandi potenze non è sfociato in una guerra. Lo stratega ritiene che: “Sta per iniziare un’altra fase che è ancora difficile connotare, anticipata da un incremento dei conflitti che sono raddoppiati rispetto a cinque anni fa.
La domanda che bisogna porsi è quali siano le finestre di opportunità che si aprono per un investitore in un quadro dove è scoppiata da oltre tre anni una guerra in Europa, la situazione in Medio Oriente rimane ancora precaria e lo scontro tra Usa e Cina potrebbe avvenire su questioni che riguardano la questione di Taiwan o del Mare meridionale cinese piuttosto che della penisola coreana”. In questo contesto, è presumibile che ci sia più attenzione da parte dei governi sulla sicurezza nazionale e meno sull’efficienza economica. Tutto ciò, secondo lo stratega, si dovrebbe tradurre nell’accettazione di un’inflazione più elevata e una crescita più bassa, cicli economici più differenziati: sono tutti elementi che hanno delle ricadute sugli investimenti.
Cinque dinamiche da osservare
Ciò che sta avvenendo nel mondo a livello geopolitico è molto profondo, di lungo periodo e con delle implicazioni anche per le decisioni d’investimento. Lo stratega geopolitico individua cinque temi le cui evoluzioni dovrebbero essere monitorate: il ruolo persistente delle grandi potenze internazionali, il cambiamento climatico come questione di sicurezza nazionale, l’evoluzione della difesa tra priorità strategiche e costi crescenti, la crescente centralità dell’intelligenza artificiale e la (ri)proliferazione degli armamenti nucleari. Per quanto riguarda il primo tema, la questione di fondo è se sia possibile o meno prevedere un conflitto disastroso e non è un caso che secondo Mucha: “Il confronto tra Stati Uniti e Cina rappresenta la questione centrale e più rilevante per il prossimo futuro”. Infatti, il rischio è che persista la “trappola di Tucidide”. Il cambiamento climatico deve essere trattato come una questione di sicurezza nazionale, perché i fenomeni estremi stanno colpendo in particolare le aree tropicali ed equatoriali, creando precarietà in aree geografiche già politicamente instabili: il Pentagono si sta preparando a una significativa perturbazione geopolitica con l’espandersi di questo “moltiplicatore di minacce”.
Il rischio è che ci siano più guerre per le risorse, scarsità di cibo e acqua, migrazioni climatiche, stati falliti, estremismo in aumento, ecc. La difesa quasi a ogni costo è una priorità strategica: la spesa militare globale ha raggiunto livelli elevati, registrando un incremento per dieci anni consecutivi.
Ma, ricorda Mucha, non si tratta solo di armamenti per difendere il proprio paese, ma anche di sostenere industrie che sono cruciali in questo ambito per aumentare l’efficienza degli stessi sistemi di difesa. Per questa ragione sta iniziando una nuova fase nella politica industriale che punterà sui settori essenziali nella competizione tra grandi potenze: semiconduttori, minerali critici e terre rare, tecnologie per le energie rinnovabili, tecnologie spaziali, biotecnologie, comunicazioni di nuova generazione, robotica e automazione, tecnologie quantistiche e intelligenza artificiale. La sempre maggiore centralità di quest’ultima è legata, anche in questo caso, alla sicurezza nazionale.
L’intelligenza artificiale non è limitata esclusivamente al miglioramento della produttività nel settore privato, ma da anni costituisce un elemento chiave anche in ambito militare: nella competizione tra grandi potenze, si ritiene che la supremazia nell’AI possa conferire un rilevante vantaggio geopolitico. Infine, le centrali nucleari sono tornate in auge e i politici, commenta lo stratega, parlano con maggiore frequenza di armamenti nucleari, poiché la rapida frammentazione dell’ordine globale rafforza la motivazione degli Stati a dotarsi di una forma di deterrenza definitiva.
Piano di investimento geopolitco
Per Mucha, in un quadro di generale instabilità, la capacità di individuare i nuovi trend di fondo permette di generare alpha nei portafogli attraverso anche una maggiore pianificazione degli scenari. Il tema di fondo rimane quello della sicurezza nazionale che si declina nelle cinque dinamiche elencate in precedenza.
Nella “nuova normalità” che si andrà a formare ci saranno cambiamenti dirompenti che creeranno vinti e vincitori nelle diverse aree geografiche e settori. Per questa ragione, ci potrebbe essere (sempre per lo stratega), un vantaggio per le strategie long-short, così come sarebbe opportuno ottenere una maggiore esposizione a temi chiave che probabilmente dureranno anni: difesa tradizionale, innovazione della difesa, resilienza climatica, tecnologia verde/decarbonizzazione.
Pinuccia Parini
Dopo una lunga carriera in ambito finanziario sul lato, sia del sell side, sia del buy side, sono approdata a Fondi&Sicav

