Per Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking l’offerta di prodotti ESG è ormai parte integrante del modello di investimento. Ne abbiamo parlato con Simone Chelini, Head of ESG di Fideuram ISPB.

Offrite ancora alla vostra clientela prodotti Esg? Per voi è ancora un investimento strategico nei portafogli degli investitori?

«L’offerta di prodotti Esg, classificati come articolo 8 e 9 secondo il Regolamento Ue 2019/2088 Sfdr sulla trasparenza in materia di sostenibilità dei prodotti finanziari, costituisce oggi la parte prevalente della gamma destinata ai clienti della Divisione Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking. La loro incidenza sul totale dei prodotti distribuiti testimonia quanto la sostenibilità sia un elemento centrale per la nostra divisione: oltre l’80% delle soluzioni proposte rientra negli articoli 8 e 9, coprendo circa l’80% degli Aum e il 90% dei nuovi inserimenti in gamma nell’ultimo anno. Anche l’interesse dei clienti si conferma elevato: dai questionari di profilatura Mifid emerge che circa il 60% degli investitori della rete Fideuram e quasi l’80% di quelli della rete Intesa Sanpaolo Private Banking dichiarano una preferenza per soluzioni di investimento sostenibili. Per la Divisione private banking la sostenibilità è quindi un pilastro strategico.

Il forte orientamento dei clienti verso strumenti capaci di coniugare rendimenti finanziari con il rispetto del capitale umano e naturale rafforza la nostra convinzione a proseguire su questa traiettoria di crescita».

Oggi si parla molto di tecnologia (soprattutto intelligenza artificiale), difesa, infrastrutture: questi temi hanno distolto l’attenzione degli investitori dall’Esg?

 «È vero che negli ultimi mesi temi come intelligenza artificiale, difesa e infrastrutture hanno catalizzato molta attenzione da parte degli investitori, talvolta mettendo in secondo piano, almeno in apparenza, il dibattito sull’Esg. Tuttavia, un’analisi più approfondita mostra che proprio queste tematiche tecnologiche e industriali sono strettamente intrecciate con le sfide della sostenibilità. I data center che alimentano l’intelligenza artificiale, ad esempio, hanno un impatto rilevante: il loro consumo energetico ha già inciso in modo pesante sui costi dell’elettricità nelle aree in cui sono concentrati, con rincari fino al 267% negli Stati Uniti rispetto a cinque anni fa. Inoltre, la necessità di raffreddare i server richiede enormi quantità di acqua, spesso in zone già caratterizzate da stress idrico, generando competizione tra operatori e comunità locali per l’accesso a risorse idriche pulite. Queste criticità non indeboliscono l’Esg, ma ne sottolineano l’urgenza. Per gli investitori orientati alla sostenibilità, la crescita dell’intelligenza artificiale rappresenta infatti una nuova frontiera di opportunità: soluzioni per l’efficienza energetica dei data center, investimenti nelle energie rinnovabili, tecnologie di raffreddamento a liquido, sistemi di back-up power meno impattanti e innovazioni per il trattamento e riciclo dell’acqua sono tutti ambiti in cui l’attenzione alla sostenibilità e l’interesse di mercato si incontrano. In questo senso, l’Ai non ha distolto l’attenzione dall’Esg, ma ha piuttosto ridefinito lo scenario di investimento, offrendo nuove prospettive che coniugano innovazione tecnologica e responsabilità ambientale».

Qual è l’atteggiamento dei clienti nei confronti dell’Esg? Voi avete notato un cambiamento di fondo o viene manifestato ancora interesse?

 «L’attenzione dei clienti verso la sostenibilità rimane elevata e strutturale. Negli ultimi tre anni, però, il contesto geopolitico complesso ha inevitabilmente influenzato alcune scelte di investimento. In particolare, l’invasione dell’Ucraina e l’acuirsi delle tensioni internazionali hanno accresciuto il bisogno di sicurezza, spingendo una parte degli investitori a orientarsi verso settori come la difesa, che ha registrato performance finanziarie significative. Questa tendenza, pur comprensibile e legata a fattori contingenti, non ha messo in discussione l’interesse dei clienti per i temi Esg.  Anzi, molti di loro riconoscono che i rischi derivanti da un’economia ancora troppo orientata a modelli lineari e poco attenta agli equilibri ambientali e sociali possono compromettere la stabilità economica e, di conseguenza, i rendimenti di lungo periodo. In questo senso, la ricerca di opportunità nei settori legati alla sicurezza non contrasta con la crescente consapevolezza dell’importanza della sostenibilità. Esg e sicurezza vengono percepiti come due esigenze complementari: da un lato la tutela del capitale umano e naturale, dall’altro la protezione degli equilibri economici e politici che ne garantiscono la resilienza».

Ci sono state molte persone che hanno deciso di chiudere le loro posizioni in prodotti Esg, per rivolgersi ad altri temi, magari oggi più di moda?

«In realtà i dati ci raccontano una dinamica opposta rispetto a quanto ipotizzato: non abbiamo registrato deflussi dai prodotti Esg, anzi abbiamo osservato una crescita significativa.

Negli ultimi due anni, infatti, la quota di Aum investita in prodotti classificati come articolo 8 e 9 è salita dal 70% a circa l’80%. Questo risultato evidenzia che la sostenibilità non è percepita dai nostri clienti come una moda passeggera, ma come un elemento strutturale e imprescindibile delle proprie scelte di investimento. È vero che negli ultimi mesi sono emersi temi contingenti, spesso legati al contesto geopolitico o all’evoluzione tecnologica, che hanno catalizzato molta attenzione da parte dei mercati. Tuttavia, questi trend di breve periodo non hanno scalfito la solidità delle scelte orientate al lungo termine.  Al contrario, la maggior parte dei clienti continua a considerare l’Esg come una direttrice strategica capace di generare valore non solo economico, ma anche sociale e ambientale.

Questo approccio riflette una crescente maturità nella percezione dell’investimento sostenibile: non è più un semplice “nice to have”, ma un pilastro fondamentale per la resilienza dei portafogli e per la costruzione di un’economia più inclusiva ed equilibrata. In questo senso, la centralità dell’Esg appare oggi più che mai confermata, con un posizionamento di lungo termine che resiste alle mode e alle oscillazioni del momento».

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Redazione

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