Alle attuali valutazioni, le azioni statunitensi faranno fatica a generare rendimenti superiori al 5% annuo nel prossimo decennio. Wolf von Rotberg, Equity Strategist di J. Safra Sarasin

 

Il rapporto PE dell’S&P 500, basato sugli utili previsti a 12 mesi, si attesta a 23 volte, eguagliando il massimo del ciclo 2021 e avvicinandosi al picco di 25 volte registrato durante il boom delle dot-com. Ciò suggerisce che le valutazioni attuali potrebbero trovarsi in una zona pericolosa, potenzialmente matura per una correzione.

Oggi, per la prima volta dall’inizio degli anni 2000, l’ERP dell’S&P 500 è tornato a zero, sostenuto da un solido contesto macroeconomico. Sebbene la crescita del PIL sia inferiore rispetto all’era delle dot-com, rimane robusta, attestandosi intorno al 3%

Per giustificare gli attuali livelli di valutazione, la crescita degli utili statunitensi dovrebbe accelerare in modo significativo nei prossimi anni. Tuttavia, le correlazioni storiche con la crescita del PIL suggeriscono che ciò sia improbabile. Negli ultimi 25 anni la correlazione tra la crescita degli utili statunitensi e la crescita del PIL è rimasta stabile, nonostante l’aumento dei margini di profitto netto. Con una crescita del PIL statunitense che dovrebbe scendere al di sotto del 2% nel 2026 a causa del calo del sostegno fiscale e del rallentamento dei consumi, un’accelerazione significativa della crescita dell’utile per azione (EPS) sembra improbabile.

Storicamente l’ERP è stato un indicatore affidabile dei rendimenti di mercato a medio termine

Nel 2000 ha previsto con precisione un rendimento medio annualizzato dell’S&P 500 di circa lo 0% nel decennio successivo, con l’indice di rendimento totale dell’S&P 500 che è rimasto invariato dal 2000 al 2010. Con l’ERP attuale dello 0%, si prevede un rendimento annualizzato di appena il 4% nei prossimi 10 anni. Il rapporto PE di Shiller suggerisce un rendimento annualizzato ancora più basso, pari al 2% nello stesso periodo. È interessante notare che il PE di Shiller si è rivelato accurato anche negli anni 2000, prevedendo un mercato piatto.

Negli ultimi 40 anni si è verificato solo due volte un significativo disaccoppiamento dei rendimenti decennali dalle proiezioni del PE di Shiller

In primo luogo, negli anni ’90 che hanno preceduto la bolla dot-com, i rendimenti annualizzati hanno raggiunto il 20% tra il 1990 e il 2000, rispetto a un valore implicito di circa il 15%. In secondo luogo, nel 2015 il PE di Shiller implicava un rendimento annualizzato di circa il 10%, mentre il mercato statunitense ha registrato un rendimento del 14%. Il disaccoppiamento degli anni ’90 alla fine si è corretto, e rimane incerto se il mercato azionario odierno seguirà un percorso simile o si rivelerà diverso.

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Redazione

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