Riteniamo che all’orizzonte possa esserci un boom, favorito da una combinazione di politiche vantaggiose e da consumatori in buona salute. Jeffrey Schulze, ClearBridge Investments, Gruppo Franklin Templeton

Storicamente, le bolle si sono formate quando una liquidità eccessiva ha incoraggiato comportamenti di rischio esagerati. Sebbene la liquidità sia certamente abbondante al momento, non sembra che si stiano manifestando comportamenti di rischio eccessivo, considerando il miglioramento delle prospettive fondamentali che ha coinciso con la recente forza del mercato azionario. Questo non significa che non esistano segnali di eccesso o che non siano visibili aree di debolezza. Tuttavia, questi fenomeni sembrano essere isolati o spiegabili, come ad esempio la riduzione dell’immigrazione, che è uno dei principali fattori alla base del rallentamento nella creazione di posti di lavoro.
Guardando al futuro, riteniamo che il legame tradizionale tra produzione e occupazione sarà probabilmente più debole di quanto generalmente si creda
Lo strumento GDPNow della Fed di Atlanta prevede attualmente una crescita del PIL del terzo trimestre pari al 3,8%, mentre la creazione netta di posti di lavoro è stata inferiore a 25.000 in tre degli ultimi quattro mesi. Sebbene alcuni dei fattori che determinano questo disallineamento siano legati alle politiche, come l’immigrazione, questa dinamica potrebbe persistere se l’AI iniziasse a migliorare in modo significativo la produttività.
Un numero minore di lavoratori che produce di più (grazie a strumenti migliori) può generare una crescita economica e aziendale, consentendo il proseguimento dell’espansione economica e degli utili anche in un contesto di assunzioni deboli. Questo scenario potrebbe portare i mercati azionari a livelli ancora più elevati nel prossimo anno, poiché le aziende beneficerebbero di vendite più alte mantenendo sotto controllo i costi, ampliando ulteriormente i margini e aumentando i profitti.
Nel lungo periodo, i cambiamenti nelle aspettative sugli utili spiegano la maggior parte dei movimenti dei prezzi azionari — circa due terzi nei periodi di un anno e tre quarti nei periodi di due anni
Solo il tempo dirà se i mercati azionari stanno attualmente scontando un futuro eccessivamente ottimistico e “gonfiato” o un boom degli utili sottovalutato, ma il miglioramento generalizzato delle prospettive ci porta a credere che lo scenario del boom sia più probabile. Se dovesse verificarsi un ritracciamento nel prossimo trimestre, riteniamo che gli investitori si affretteranno ad acquistare sui ribassi, grazie all’abbondante liquidità disponibile e ai potenti venti favorevoli delle politiche fiscali e monetarie in atto.
Redazione
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