Leo Morawiecki, Associate Investment Specialist, Fixed Income di Aberdeen Investments

Debito in aumento nell’Africa subsahariana
I livelli di debito in tutta l’Africa subsahariana sono tornati a crescere: tra il 2022 e il 2024 sono aumentati del 7% in termini reali. Parallelamente, cresce la preoccupazione tra osservatori, investitori e organizzazioni non governative. Come ha ricordato il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres, “molti paesi africani stanno spendendo più per il rimborso del debito che per l’assistenza sanitaria”.
Il quadro generale
Sebbene le Nazioni Unite abbiano ragione nel sollevare l’allarme, l’idea che tutti i paesi ad alto rischio di indebitamento siano destinati a una crisi di liquidità o di solvibilità non è sempre fondata, nemmeno per quelli che hanno emesso eurobond. Negli ultimi anni, diversi emittenti – tra cui Angola, Nigeria e Costa d’Avorio – sono riusciti a ridurre il debito estero.
Si stanno inoltre diffondendo strumenti innovativi come gli swap debito-sviluppo, che permettono di convertire debito costoso in finanziamenti agevolati destinati a progetti di crescita. In Costa d’Avorio, un’operazione sostenuta dalla Banca Mondiale ha liberato 330 milioni di euro da destinare all’istruzione primaria nei prossimi cinque anni.
Petrolio al momento giusto
Le ristrutturazioni del debito tendono ad avvenire in fasi di crescita reale, consolidamento fiscale e calo dell’inflazione. L’Angola è un esempio emblematico: il 75% delle entrate pubbliche proviene dal settore petrolifero. Nel 2021 il rapporto debito/PIL era al 119%, sceso al 70% nel 2024 e al 58% secondo le stime più recenti.
La ripresa dei prezzi del petrolio dopo il 2022 ha sostenuto le partite correnti, mentre l’apprezzamento del kwacha – in un paese il cui 80% del debito è in valuta estera – ha offerto ulteriore sollievo. Le misure di politica economica, come l’aumento del prezzo del diesel per ridurre i sussidi ambientalmente dannosi, hanno avuto effetti positivi. Secondo il FMI, il governo dispone ora di 3 miliardi di dollari aggiuntivi da investire in istruzione e sanità: una risorsa vitale in un paese con una delle peggiori disuguaglianze di reddito dell’Africa.
L’Angola non è però ancora fuori pericolo. Gran parte del debito verso la Cina, suo principale creditore, è garantito dal petrolio. Tuttavia, i prezzi elevati hanno consentito di accelerarne il rimborso. Nel 2024, il paese ha registrato un surplus delle partite correnti e un deficit di bilancio dell’1%: un risultato notevole.
Lezioni dallo Zambia
Mentre la ministra delle Finanze Vera Daves consolidava la posizione dell’Angola, lo Zambia imboccava una strada diversa. Prima delle elezioni del 2020, il governo continuò a spendere generosamente in grandi opere – come la centrale idroelettrica di Batoka Gorge – finendo per non onorare i propri obblighi di debito e ridurre drasticamente l’accesso ai finanziamenti esterni.
Debito in sofferenza
L’Africa non è immune dalle difficoltà di rimborso. In Senegal, dopo la vittoria del presidente Faye nell’aprile 2024, una revisione contabile dei conti pubblici della precedente amministrazione ha rivelato oltre 7 miliardi di dollari di debito nascosto. Il rapporto debito/PIL è così salito intorno al 120%, e il fabbisogno finanziario resterà elevato per anni.
Eletto su un programma incentrato sul costo della vita, Faye ha evitato di ridurre i sussidi al carburante o di tagliare la spesa in conto capitale. Di conseguenza, la strada del Senegal per evitare una ristrutturazione del debito si sta rapidamente restringendo.
Una questione di prospettiva
Le preoccupazioni degli obbligazionisti raramente coincidono con le priorità dei decisori politici, che devono bilanciare implicazioni sociali e politiche e rispondere al proprio elettorato. Per formarsi un giudizio informato, gli investitori devono dialogare direttamente con funzionari governativi, società civile, banche locali, giornalisti e altri creditori, senza affidarsi alle sole speculazioni di mercato.
Il modo in cui i futuri creditori affronteranno i casi di eccessivo indebitamento resta un tema complesso. Le ristrutturazioni odierne sono più articolate, poiché il tradizionale Club di Parigi non è più il principale gruppo di creditori. I responsabili politici dovranno migliorare iniziative ancora imperfette, come il Common Framework del G20, per accelerare i negoziati di ristrutturazione. In definitiva, il percorso verso una sostenibilità del debito duratura in Africa è molto più articolato di quanto spesso si creda.
Considerazioni finali
Il panorama del debito africano è in evoluzione. Se paesi come il Senegal restano a rischio, altri – come l’Angola – mostrano progressi significativi. Per gli investitori, questo significa andare oltre i dati macro e impegnarsi direttamente con gli stakeholder locali. Comprendere il contesto politico, il ruolo degli attori interni e l’impatto delle riforme è essenziale.
La sostenibilità del debito in Africa non è una storia di crisi o stabilità, ma un quadro complesso e dinamico che offre opportunità a chi sa leggere in profondità la realtà dei singoli paesi.
Redazione
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