Hi tech, il nuovo motore della crescita cinese. Il nuovo piano quinquennale del Partito Comunista mette la tecnologia e la produttività sotto i riflettori. L’analisi a cura del team di DWS

 

Il nuovo Piano Quinquennale della Cina è un progetto ambizioso per un’economia guidata dalla tecnologia, ricca di servizi e trainata dai consumi. Il settore high-tech non è solo un motore di crescita: è l’asse portante della strategia cinese per affrontare le incertezze e le dipendenze globali.

La quota del settore high-tech sulla domanda finale totale, espressa in percentuale del prodotto interno lordo (PIL), è cresciuta costantemente e dovrebbe raggiungere il 18,3% nel 2026 – quasi il doppio rispetto a dieci anni fa.

Cosa c’è di nuovo in questo piano? L’attenzione all’autosufficienza tecnologica appare più forte che mai. La Cina mira a proteggersi dalle pressioni esterne, in particolare nel campo dei microchip, e sta accelerando l’innovazione e l’aggiornamento tecnologico, soprattutto nei settori dell’informatica, delle comunicazioni, dell’elettronica, della robotica e delle macchine elettriche.

I numeri raccontano una storia chiara: dal 2022 al 2024, la manifattura high-tech ha contribuito con 1,1 punti percentuali alla crescita annuale del PIL, compensando in parte l’impatto negativo del settore immobiliare, che ha frenato la crescita di una media di 1,7 punti l’anno. Secondo le stime di Bloomberg, la domanda finale high-tech potrebbe presto avvicinarsi al 20% del PIL, mentre la quota del settore immobiliare è scesa da un picco del 30–35% a meno del 20%.

Perché questa spinta incessante? Innanzitutto, per aumentare il potenziale di crescita a lungo termine e compensare le difficoltà demografiche e l’assenza del settore immobiliare come motore di sviluppo. In secondo luogo, per raggiungere l’autosufficienza nelle tecnologie critiche, fondamentale sia per il settore civile che per quello militare.

Tuttavia, il piano non riguarda solo l’high-tech. Un altro obiettivo strategico è aumentare il contributo del settore dei servizi all’economia, che già rappresenta più della metà della crescita del PIL. Esiste un margine di crescita significativo per i servizi al consumo, in particolare nei settori dell’assistenza agli anziani, dell’istruzione, della sanità, del turismo e dell’ospitalità, dove la domanda continua a superare l’offerta.

 


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Rocki Gialanella

Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.