Spread creditizi, non troppo compressi come si crede. Corporate bond: prospettive solide in un contesto di tassi in convergenza. Chris Iggo, Chief Investment Officer di AXA IM Core

 

Chris Iggo

La valutazione delle prospettive dell’asset class implica una precisazione: gli spread creditizi sono considerati compressi, con scarso margine di ulteriore restringimento tra obbligazioni di diversa qualità. Due osservazioni in proposito: primo, i titoli di Stato sono diventati più economici rispetto ai tassi swap, cioè i rendimenti delle obbligazioni sono superiori ai tassi swap.

Se si considera quindi il rendimento delle obbligazioni corporate rispetto ai tassi swap, lo spread non è così stretto come sembra rispetto ai titoli governativi. Molti investitori istituzionali utilizzano proprio i tassi swap come benchmark, il che mantiene il credito interessante – nel mercato investment grade USA, lo spread sullo swap è intorno ai 120 pb, rispetto agli 82 pb contro i Treasury.

Secondo, la compressione degli spread consente agli investitori di non dover rinunciare a una quota eccessiva di rendimento per migliorare la qualità creditizia del portafoglio. Tra i comparti con rating AA e BBB dell’indice europeo dei corporate bond investment grade, la differenza di rendimento è di soli 38 punti base, il livello più basso registrato da dalla prima pubblicazione degli indici da parte di Bank of America/ICE nel 2016.

Ai minimi storici anche lo spread nel mercato statunitense che si attesta a circa 50 pb. Ciò significa che chi teme le valutazioni o la potenziale volatilità oggi può assicurarsi rendimenti discreti migliorando al contempo la qualità creditizia media del portafoglio.

 

I corporate bond restano in buona salute

Se dovesse verificarsi una fase di volatilità nei mercati obbligazionari, ritengo sia più probabile che sia innescata dal credito piuttosto che dai tassi. Storicamente, i drawdown maggiori derivano o da shock sui tassi o da eventi creditizi – e al momento lo scenario non prevede uno shock sui tassi, a meno di un’improvvisa inflazione da offerta.

Negli ultimi tempi sono emersi timori sul fronte del credito, in particolare nel comparto privato, ma i mercati pubblici si sono mostrati estremamente resilienti. Ciò è coerente con lo scenario macroeconomico e la robustezza della crescita nominale. I risultati del terzo trimestre rafforzano questa lettura: secondo Bloomberg, l’universo dell’S&P 500 ha registrato una crescita dei ricavi superiore all’8%.

 

 


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Rocki Gialanella

Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.