Fed, nel 2026 dovrà avere il coraggio di rimanere ferma. Continuiamo a nutrire preoccupazioni circa la possibilità di una recrudescenza dell’inflazione. George Brown, Senior US Economist, Schroders

Finora i dazi hanno avuto un impatto limitato sui prezzi al consumo, ma dubitiamo che le aziende possano continuare ad assorbirli, data la loro portata e ampiezza. Ora che è chiaro dove i dazi potrebbero stabilizzarsi, prevediamo che le aziende inizieranno a trasferire parte dell’onere sulle famiglie. Ciò potrebbe portare a effetti di secondo impatto sulla determinazione dei prezzi e dei salari, soprattutto alla luce delle elevate aspettative di inflazione.
Questo è un aspetto che monitoriamo nel nostro scenario di inflazione di seconda ondata, ma ai fini delle previsioni continuiamo a ipotizzare che l’impatto dei dazi doganali sarà in gran parte transitorio. Prevediamo che l’inflazione CPI sarà superiore al consenso, al 3,3% nel 2026, per poi scendere al 2,3% nel 2027.
I rischi di inflazione sono aggravati dall’accomodamento monetario e fiscale. Con un’economia solida e condizioni finanziarie espansive, i tagli dei tassi rischiano di alimentare l’inflazione piuttosto che sostenere la crescita reale. Temiamo che il rischio di un aumento dell’inflazione sia sottovalutato dalla Fed e dal mercato. Riteniamo inoltre che i tassi non siano così restrittivi come molti credono, data la resilienza dell’economia negli ultimi anni, nonostante i tassi nominali elevati. Pertanto, continuiamo a ritenere che le attese del mercato di un tasso terminale della Fed inferiore al 3% sia troppo aggressivo.
La Fed appare ora più titubante riguardo a un ulteriore allentamento. I mercati sono passati dal prezzare pienamente un taglio dei tassi a dicembre a una probabilità del 60% circa, dopo che il presidente Powell ha affermato che la decisione “non è scontata”. Ciononostante, prevediamo che il comitato procederà comunque a un taglio dei tassi di 25 punti base entro la fine del 2025 per proteggersi dai rischi al ribasso, prima di sospendere l’operatività per tutto il 2026, quando le preoccupazioni relative all’inflazione saranno al centro dell’attenzione. Se invece il comitato dovesse procedere con i tagli dei tassi, temiamo che l’inflazione possa tornare a salire e che saranno necessari aumenti dei tassi per riportarla su un percorso coerente con l’obiettivo.
Redazione
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