Il contributo di Wim-Hein Pals, responsabile del team Emerging Markets di Robeco, all’inchiesta di Fondi&Sicav sull’azionario emergente


Nel decennio appena conclusosi, gli indici azionari composti dall’universo dei paesi emergenti non sono stati in grado di seguire il trend rialzista delle principali Borse delle aree sviluppate. Quali sono, a vostro giudizio, le ragioni alla base della sottoperformance?
Le ragioni per cui i mercati azionari emergenti hanno sottoperformato i mercati sviluppati nell’ultimo decennio sono relative essenzialmente a due fattori. In primo luogo, il rallentamento della più grande economia emergente, la Cina, soprattutto verso la fine del decennio. Il rallentamento cinese si è tradotto in una crescita degli utili in ritardo rispetto ai mercati sviluppati, in particolare negli Stati Uniti. Questo fenomeno non riguarda esclusivamente il Dragone, ma anche molti mercati regionali, come Taiwan, Corea del Sud e Sud-Est asiatico. La regione asiatica dipende fortemente dalla crescita dei consumi cinesi e degli investimenti in infrastrutture.
Il secondo motivo è da ricondurre alla performance superiore degli utili – e quindi del prezzo delle azioni – del mercato azionario statunitense, trainata dai celebri titoli tecnologici. Nell’ultimo decennio la performance del mercato Usa ha prevalso sulla performance dei mercati sviluppati.
Attualmente sta crescendo il numero di esperti che inserisce l’equity emergente tra le asset class favorite per il 2020. Concordate o no con questa view? Per quali ragioni?
Dopo un decennio all’insegna dei mercati sviluppati, a partire dal 2020 dovrebbe aprirsi una decade dominata da rendimenti superiori nei mercati emergenti. Dunque concordiamo e siamo ottimisti circa l’equity emergente poiché:
1. Le valutazioni sono molto interessanti, sia da un punto di vista assoluto (rapporto prezzo-utili di 11) che relativo ai mercati sviluppati (rapporto prezzo-utili di 15).
2. Il contesto macroeconomico dovrebbe migliorare. Con la firma dell’accordo commerciale di Fase 1 tra Usa e Cina ci aspettiamo che l’economia cinese si stabilizzi e quindi smetta di rallentare. Un tasso di crescita sano, e quindi più sostenibile, di circa il 6% si materializzerà probabilmente nei prossimi due anni. Su questa scia, economie come Corea, Taiwan, India e Indonesia potrebbero osservare un’accelerazione della crescita del Pil. Ci aspettiamo anche una moderata accelerazione della crescita in molte economie non asiatiche, Brasile e Russia sono le più significative, a causa rispettivamente di riforme economiche strutturali e sostanziali e delle favorevoli quotazioni dell’energia.
3. La crescita degli utili dovrebbe iniziare ad accelerare nel 2020 sulla base di una migliore situazione macroeconomica nella maggior parte dei Paesi emergenti. Il consenso sulla crescita degli utili è pari al 14% per gli emergenti e al 9% per le economie sviluppate.
4. I flussi di fondi potrebbero vedere un miglioramento nel 2020. Dopo le pesanti uscite nel 2019 dall’equity emergente, il nuovo anno è iniziato con afflussi significativi e tale tendenza potrebbe continuare, dal momento che i flussi passano dai mercati costosi (ovvero gli Stati Uniti) a mercati emergenti value. Alle attuali valutazioni, i rendimenti attesi nei mercati emergenti sono superiori a quelli dei Paesi sviluppati su un orizzonte temporale di uno, tre e cinque anni.
Stefania Basso
Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.

